Intercepted di Oksana Karpovych racconta la brutalità della guerra in Ucraina attraverso le intercettazioni telefoniche di soldati russi.

CINEMA: Berlinale – Intercepted di Oksana Karpovych, l’intervista

Intercepted di Oksana Karpovych racconta la brutalità della guerra in Ucraina attraverso le intercettazioni telefoniche di soldati russi.

Già l’anno scorso la Berlinale ha dedicato ampio spazio ai documentari sulla guerra in Ucraina. Quest’anno la selezione è più ridotta, ma non per questo meno interessante. Intercepted è un caso emblematico, un lungometraggio interamente composto da immagini di stanze e luoghi in rovina sul territorio ucraino, affiancato dall’audio di intercettazioni di soldati russi, che svariano dalla più brutale ammissione di crimini di guerra, alla ripetizione delle false notizie fornite dalla propaganda, alla disillusione di alcuni che si rendono conto della realtà in cui vivono. Abbiamo voluto parlarne con la regista, Oksana Karpovych.

Si può solo immaginare quanto sia stato ampio il materiale in partenza. Come ha avuto accesso e com’è avvenuta la selezione?

Ho scoperto questo materiale all’inizio dell’invasione. Le intercettazioni sono disponibili online sul canale Youtube dei servizi di sicurezza Ucraini. Era molto il materiale perché intercettazioni di questo carattere venivano pubblicati ogni giorno. Quindi ho deciso di restringere il campo al periodo che parte dall’inizio dell’invasione alla fine dell’anno. Abbiamo creato un database ed un sistema per valutare quali segmenti potevano essermi utili.

Colpisce il forte contrasto con la freddezza delle immagini e l’effetto emotivamente coinvolgente della traccia audio. Come mai questa scelta stilistica?

Volevo ricreare l’esperienza umana di trovarsi in un paese dilaniato dalla guerra, e questa esperienza comporta essere testimoni di violenza e di ciò che accadeva durante gli attacchi. Al contempo, scoprire ed ascoltare queste intercettazioni restava scioccante, i commenti che fanno su di noi.

Molte cose colpiscono nell’ascoltare le chiamate, per esempio le reazioni di molti soldati allo stile di vita che ritrovano nelle case occupate.

Un aspetto scioccante che ho scoperto fin dall’inizio è quanto i russi non sapessero nulla dell’Ucraina. C’era un senso di scoperta da parte loro dell’Ucraina, si, dal loro punto di vista, molto superficiale, perché sembra che molti degli intercettati non siano andati molto all’estero. Si sente che menzionano la Siria o la Cecenia, ma chiaramente erano altre invasioni ed operazioni militari russe. Ho trovato molto curioso sentire come hanno descritto l’Ucraina e quanto poco la conoscano.

Ci sono poi casi in cui alcuni sembrano rendersi conto che la propaganda russa è distante dalla realtà anche sotto altri aspetti.

Ai russi si è mentito sull’invasione. Gli è stato detto che avrebbero completato l’invasione velocemente. Molto presto si sono resi conto che era una menzogna e che gli ucraini non li avrebbero accolti a braccia aperte. C’è per esempio il caso che hai citato, un soldato che ha avuto una intuizione. Questa disillusione si percepisce in molti degli audio e al contempo resta terrificante sentire sull’altro lato della linea i familiari, le mogli e le madri che non capiscono e che continuano a vivere nell’illusione perché guardano la televisione, consumano la propaganda nazionale, vivono una realtà creata per loro dal governo russo.

Invece, sono molto scioccanti le chiamate che riguardano torture, massacri. Si sente una perdita di umanità vera e propria, nel modo in cui certi intercettati ne parlano.

Si, sappiamo che la guerra disumanizza, ha un potere forte in tal senso. Disumanizza gli ucraini però penso che ciò che sia ancora più disumanizzante è la propaganda russa.

Vorrei che questo film scuotesse il pubblico. Mentre lavoravo sul film, mi sembrava di creare una specie di documentario-horror, la realtà è tanto orribile, e così lo è il film. Vorrei aprire la prospettiva delle persone, farle ragionare su quale mentalità c’è dietro l’invasione, il modo di ragionare. Non abbiamo abbastanza discussionbi sulla cultura russa stessa che spinge le persone a fare cose così orribili.

L’ideologia russa, forse, o proprio la cultura?

L’ideologia, certo, ma anche la cultura. Ne sappiamo molto in Ucraina perché siamo stati colonizzati dalla Russia e siamo crescendo leggendo letteratura russa, conoscendo l’arte e la musica russa. Possiamo rintracciare in questi elementi  ciò che sta succedendo dal 2014. Se leggiamo Dostoevsky e Tolstoj più attentamente, alle idee che venivano espresse in quei libri che sono alla base della cultura russa.

 

Chi è Viktor Toth

Cinefilo focalizzato in particolare sul cinema dell'est, di cui scrive per East Journal, prima testata a cui collabora, aspirante regista. Recentemente laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trieste, ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

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