Già vincitore del Karlovy Vary Film Festival, Blaga’s Lessons di Stephan Komandarev approda al Trieste Film Festival, fuori concorso.
Shumen, città bulgara su cui sovrasta un monumento brutalista imponente, è lo sfondo di un film che in apparenza sembra un ennesimo film “a tema”, costruito attorno ad un argomento più che una trama: Blaga, una insegnante in pensione che arrotonda tenendo lezioni di bulgaro ad immigrati, subisce una truffa telefonica e perde tutti i suoi risparmi, destinati alla tomba del marito recentemente defunto. Da qui chiaramente, in un primo momento, la trama sembra quasi confermare il presupposto tematico, con scene che sembrano tese principalmente a descrivere una tematica sociale; fortunatamente, Blaga’s Lessons non si limita a questo.
Presto, quella che sembrava un’opera di denuncia sociale, diventa una storia di rivalsa, quasi una specie di Breaking Bad al rallentatore, usando un paragone forse un po’ esagerato ma che coglie lo sviluppo del personaggio di Blaga, interpretato da una Eli Skorcheva minimalista ed impassibile quanto intensa. Quasi un thriller, il film decolla, lento ma senza tedio, inaspettatamente, culminando in una scena finale quasi spettrale. Un piccolo capolavoro di cinema allo stato puro, intriso di fatalismo, atmosfere cupe, della serietà e concretezza del mondo filmico est europeo contemporaneo, ma che si distinuge grazie all’uso creativo dell’aspect ratio (in 4:3 nel prologo, in widescreen nelle scene che anticipano la truffa, a suggerire una distanza; in 2:1 – quasi 16:9 in seguito alla truffa, avvicinandosi al personaggio protagonista per suggerire la sua maggiore partecipazione emotiva), al talento dell’attrice protagonista ed ad una sceneggiatura imprevedibile.
Blaga’s Lessons è presentato al Trieste Film Festival fuori concorso, affiancando in questa categoria opere di cineasti come Radu Jude, Agnieszka Holland, Cristi Puiu, giustamente ascrivendo Stephan Komandarev tra i grandi del scenario est europeo contemporaneo.