A partire da marzo 2024 Romania e Bulgaria entreranno parzialmente a far parte dello spazio Schengen, l’adesione infatti riguarderà solo le frontiere aeree e marittime e non quelle terrestri. Una decisione comunque attesissima dai due paesi, ma che mette in luce paure e malumori in seno alla Comunità Europea.
La decisione
Il 30 dicembre la Commissione Europea ha unanimemente accolto Romania e Bulgaria nello spazio Schengen, obbligando però i due paesi a mantenere attivi i controlli sulle frontiere di terra. Come si legge nel comunicato della Commissione, nel corso di quest’anno verranno effettuati ulteriori colloqui e negoziati per “liberare” definitivamente anche i passaggi di terra ed accettare Bucarest e Sofia senza più nessuna riserva.
Da parte europea, la decisione è stata presentata come una grande vittoria per tutti i paesi della comunità e un rafforzamento dei valori su cui si fonda l’UE -come la libertà di transito per merci e persone. Lo stesso entusiasmo ha investito i governi di Romania e Bulgaria, che hanno definito l’accesso a Schengen come un risultato importante tanto per il processo di integrazione politica dell’Unione Europea, quanto per quello di sviluppo economico delle rispettive economie nazionali.
L’ultimo ostacolo
Come riportato, i controlli alla frontiera decadranno per chi viaggerà su nave e su aereo, ma non per chi si muoverà via terra. I motivi dietro a una tale decisione sono da ritrovare nei fenomeni migratori che, dal Medio Oriente ai Balcani, da sempre mettono in crisi i confini esterni dell’Unione Europea. I due paesi danubiani rappresentano infatti una cintura di sicurezza che divide il Mar Nero -vettore delle migrazioni che provengono dall’Asia – all’Europa centro-orientale.
Questa posizione negli ultimi anni è stata espressa, su tutti, dai governi di Austria e Paesi Bassi, che non hanno ritenuto sufficientemente affidabile la gestione dei confini orientali portata avanti da Romania e Bulgaria. L’alto numero di migranti e rifugiati che ha coinvolto il territorio austriaco, e in generale tutta l’Europa centrale, rappresenta quindi il più grande ostacolo alla completa realizzazione dell’area Schengen.
Per questo motivo, oltre al veto riguardante i confini di terra, la diplomazia austriaca ha imposto alla Commissione delle condizioni da inserire nel documento finale, affinché esso potesse essere ratificato anche da Vienna. È stato dunque richiesto un ulteriore dispiegamento di forze dell’agenzia europea FRONTEX ai confini con Serbia e Turchia e un maggiore sforzo economico da parte della Commissione per la tutela e il controllo delle zone di frontiera. Inoltre, stando alle clausole dell’accordo, ai governi di Bucarest e Sofia sarà chiesto di farsi carico di quei richiedenti asilo che, provenienti per gran parte dal Medio Oriente, sono transitati sul territorio romeno e bulgaro prima di arrivare in Austria – dalla quale quindi dovrebbero essere espulsi.
Nei prossimi mesi quindi, il parziale ingresso di Romania e Bulgaria nello spazio Schengen faciliterà tutti coloro che, per lavoro o turismo, viaggeranno da (o verso) i due paesi; ma non calmerà le ansie e i malumori di chi vorrebbe sigillare i confini della Comunità Europea.
Fonte immagine: Sito web Europa Today