STORIA: Giorgio Mitrovich, il corsaro di Cattaro e la libertà di stampa a Malta

Cosa lega un corsaro di Cattaro e la libertà di stampa a Malta? Questa è una storia mediterranea

Giorgio Mitrovich junior, patriota della libertà di stampa a Malta

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Ritratto di Giorgio Mitrovich

Nato nel 1795 nella cittadina marinara di Senglea, figlio di Saverio e Adeodata Boldoni, Giorgio Mitrovich è appena maggiorenne quando Malta diviene colonia britannica dopo gli stravolgimenti del periodo napoleonico.

Non vi era libertà di parola nella Malta del primo ottocento, e le uniche due tipografie erano controllate dal governo britannico e dalla Chiesa cattolica. Mitrovich lottò per la libertà di stampa e per il diritto di espressione dei maltesi, pur rispettando l’amministrazione coloniale britannica.

Mitrovich si unì al Comitato Generale Maltese fondato da Camillo Sceberras, che comprendeva rappresentanti di diverse professioni, assieme al clero e ai nobili. Fu uno dei cinque firmatari del Memorial del 1832, che chiedeva l’istituzione di un Consiglio Popolare, come legislatura autonoma di 30 membri eletti dalle classi superiori maltesi.

Nel 1835 il re William IV concesse a Malta una nuova costituzione, che istituì un Consiglio dei Sette per assistere il governo, sebbene il governatore detenesse ancora l’autorità finale. I liberali maltesi erano insoddisfatti, e nel luglio 1835 Mitrovich si recò a Londra per difendere la causa maltese. Vi pubblicò l’opuscolo “The claims of the Maltese; founded upon the principles of Justice“, in cui elencava i diritti e le lamentele del popolo, comprese le accuse secondo cui gli inglesi rubavano lavoro ai maltesi e ricevevano salari elevati, mentre i maltesi vivevano in povertà.

Da Londra, Mitrovich scrisse anche un “Indirizzo ai Maltesi da parte del loro amico Giorgio Mitrovich attualmente a Londra il 20 novembre 1835“, in cui scriveva (in italiano):

La Nazione Inglese si fece meraviglia al sentire da me lo stato di miseria, di sofferenze e d’ abbiezione sotto cui geme la nostra cara patria. Moltissime persone di considerazione e di grido in questa Metropoli, ed altri luoghi d’Inghilterra, ove ultimamente mi sono recato, sono penetrate da sentimenti di giustizia e generosità verso i Maltesi, ed hanno stabilito di sostenere validamente le nostre rappresentanze nella Camera dei Comuni, augusta assemblea di veri padri della patria, ed accertatevi, saremo esauditi.

Su ispirazione di Mitrovich, il deputato William Ewart presentò al Parlamento britannico una petizione firmata da 2,359 maltesi. Il governo britannico decise di inviare a Malta una Commissione Reale, che restò sull’isola per due anni, e le cui raccomandazioni inclusero l’abolizione della censura. Il governo passo un’ordinanza a tale scopo il 14 marzo 1839.

Mitrovich si candidò alle prime elezioni libere a Malta nel 1849, ma ottenne solo 26 voti su 3.056. Venne comunque cooptato brevemente nel Consiglio di governo nel 1855, per dimettersi in polemica un anno dopo. Continuò la sua lotta per i diritti costituzionali, con una petizione nel 1858 al Segretario di Stato per le Colonie, in cui chiedeva la formazione di un Comitato Nazionale per l’autogoverno. Morì in povertà a Valletta nel 1885. L’unica sua foto esistente è stata donata nel 2018 dai suoi discendenti in Sudafrica agli Archivi Nazionali di Malta.

Giorgio Mitrovich senior, corsaro di Cattaro

Ma da dove arriva a Malta il cognome Mitrovich? Se il padre di Giorgio, Saverio Mitrovich, aveva servito nel Royal Malta Fencible Regiment, la chiave sta invece nell’omonimo nonno, Giorgio Mitrovich (Djordje Metrović).

Figlio di Saverio e Angelica, questi era nato a Cattaro all’incirca nel 1745, nella provincia dell’Albania Veneta della Serenissima Repubblica di Venezia. Giorgio Mitrovich senior arrivò a Malta negli anni 1770-1780, dove ebbe successo come corsaro durante gli ultimi decenni del dominio dei Cavalieri di Malta.

La guerra di corsa era ancora un aspetto importante dell’economia di Malta nel settecento. Grazie a una lettera patente del Gran Maestro dell’Ordine (a cui andava una decima parte del bottino), i corsari erano privati armatori autorizzati ad attaccare i mercantili ottomani, di cui potevano rivendere le merci nonché l’equipaggio e i passeggeri, ridotti in schiavitù.

Nel volume Documents consulaires, Alain Blondy riporta corrispondenza con Lampedusa dagli archivi della cattedrale di Malta, che cita i viaggi tra le due isole, Pantelleria e le coste della Barbaria della galea capitanata da Giorgio Mitrovich nel 1779. L’11 maggio, se ne cita l’arrivo “con dieci schiavi”.

Le relazioni tra i Cavalieri di Malta e le repubbliche marinare dell’Adriatico – Venezia e Ragusa – oscillavano tra la competizione (per rotte e guadagni) e la cooperazione contro il comune nemico ottomano – si veda il volume di studi di Victor Mallia-Milanes, The Winged Lion and the Eight-Pointed Cross.

Il corsaro Gelalich
Il corsaro Gelalich

Un altro corsaro di Cattaro, Pietro Gelalich (Želalić) era arrivato a Malta nel 1760. Membro della ciurma dell’ammiraglia Corona Ottomana, Gelalich guida l’ammutinamento degli schiavi cristiani, che fuggono con la nave e il suo bottino dal porto egeo di Kos e trovano rifugio a Malta. Gelalich si mette quindi in proprio come corsaro con base a Malta dal 1768 al 1795. E’ probabile che Mitrovich lo conoscesse, o che sia arrivato a Malta in maniera simile.

Diverse famiglie di origine dalmata si trasferirono a Malta nel sette- e ottocento; se ne trova traccia nei registri matrimoniali, indicizzati dal progetto Geneanum. Da Cattaro arrivarono a Malta gli Arzegovich, Stepovich e Vidovich;  da Perasto i Braicovich, Crillovich, Maronivich e Mellovich; da Lussino i Dobrilovich; da Ragusa i Durcovich, Givovich, Gricovich, Messinovich, Petrovich e Simiacovich.

Di altre famiglie di origine dalmata non si conosce l’origine precisa; alcuni nel tardo ottocento sono indicati come sudditi austriaci (Ivanzevich, Lithervich, Martulovich). Alcune di queste famiglie dalmate di lingua slava misero radici a Malta, divenendo colonne portanti della locale comunità greco-ortodossa, come i Marich, floridi commercianti di tabacco.

Foto: Horatio Agius, Senglea point, circa 1870 (pubblico dominio)

Chi è Davide Denti

Dottore di ricerca in Studi Internazionali presso l’Università di Trento, si occupa di integrazione europea dei Balcani occidentali, specialmente Bosnia-Erzegovina.

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