elezioni municipali Turchia 2024

TURCHIA: L’anno delle elezioni municipali

Per la Turchia è iniziato l’ennesimo anno caratterizzato dalle campagne elettorali: lo sguardo è puntato verso il 31 marzo, data in cui si terranno le elezioni municipali nelle maggiori città del Paese. Qualche settimana fa i due partiti principali, quello dell’AKP al governo e quello repubblicano di opposizione CHP, hanno annunciato i nomi della maggior parte dei candidati che schiereranno nelle principali città del paese, ma i colpi di scena già si susseguono quotidianamente. Inutile negare che l’attenzione sia rivolta soprattutto a Istanbul dove il sindaco dell’opposizione Ekrem İmamoğlu sta cercando di assicurarsi altri cinque anni di mandato. Dopo la vittoria delle scorse elezioni presidenziali e parlamentari, però, Erdoğan vuole disperatamente riconquistare la città come parte di un consolidamento della sua eredità politica prima di passare, forse, lo scettro del potere. E a Istanbul, la città dove la sua carriera politica ha avuto inizio, vuole farlo con Murat Kurum.

Chi è Murat Kurum?

47 anni, ex ministro dell’ambiente tra il 2018 e il 2023, Kurum è, come dice Ragip Soylu nella sua newsletter Turkey Unpacked, “un candidato relativamente tranquillo e senza pretese”. Il suo percorso di carriera segue quello tipico dei burocrati dell’AKP: ingegnere civile di formazione, ha ricoperto posizioni manageriali presso l’amministrazione per lo sviluppo delle abitazioni (TOKI) e successivamente è diventato presidente della sua filiale, la società di sviluppo immobiliare Emlak Konut. Prima della sua nomina ufficiale, ci si aspettava che Erdoğan indicasse come candidato il popolare ministro degli interni Ali Yerlikaya o Selcuk Bayraktar, suo genero e magnate dei droni. Probabilmente, l’appoggio diffuso a Yerlikaya non è un arma sufficiente così come è chiaro che Bayraktar abbia aspirazioni più grandi di quella di essere il sindaco di Istanbul. Perciò, sembra che Erdoğan voglia fare leva su una ferita ancora aperta per la società turca: la paura di un nuovo sisma. Secondo gli esperti, infatti, se un terremoto simile a quello che ha interessato il sud-est del paese dovesse colpire Istanbul, la megalopoli non sarebbe assolutamente pronta. Come riportato da DW  il numero di abitazioni ad alto rischio nella città raggiunge circa 1,3 milioni. Oltre al rischioso problema degli alloggi, non sono stati risolti i problemi relativi agli edifici pubblici, agli spazi di aggregazione, alle vie di trasporto di emergenza o alle infrastrutture. Peccato che, proprio sotto la guida di Murat Kurum, migliaia di edifici che non rispettavano gli standard di costruzione antisismica siano stati negli anni legalizzati, anche retroattivamente. L’orientamento al profitto è stato la spina dorsale delle scelte di espansione e gentrificazione della città sempre più occupata dal cemento e meno interessata da aree verdi. L’opposizione dovrebbe dimostrarsi in grado di sfruttare questi dati a suo favore, ma è innegabile che, come nota Ingrid Woudwijk di Turkey recap, a differenza di İmamoğlu, che sarà in tutto e per tutto ostacolato dal governo centrale, Kurum disporrà di risorse e sostegno statali.

Secondo l’analista Selim Koru, i candidati di Erdoğan sono destinati a fare molto bene alle elezioni, riconquistando molte delle principali città che hanno perso nel 2019. Nel complesso, il Paese inizia a vedere Erdoğan come una figura meno divisiva:“se riuscirà ad attirare verso di sé il partito İYİ, a vincere le elezioni municipali, a giocare d’astuzia in politica estera e ad avere un ragionevole successo con la sua ortodossia economica, avrà la lealtà e il sostegno di una maggioranza stabile, forse persino in leggera crescita”.

E se vincesse Ekrem İmamoğlu?

Carenza idrica, diminuzione delle aree verdi, crescita della popolazione e conseguente aumento tanto del traffico quanto degli affitti complice l’inflazione sempre alle stelle: questi sono solo alcuni dei problemi considerati urgenti per migliorare la qualità della vita dei cittadini di Istanbul.

I risultati raggiunti in questi quattro anni di mandato sono molteplici: dalla nuova bonifica dell’area del Corno d’oro che ha completamente cambiato i connotati diventando più vivibile, alla riqualifica di parchi, all’apertura di nuovi centri culturali, al trasporto gratuito per le madri con bambini da 0 a 4 anni, ma c’è ancora molto da fare.

Secondo Özer Sencar, direttore della società di sondaggi MetroPoll, se İmamoğlu si rinconfermasse sindaco di Istanbul, molto probabilmente vincerà le elezioni presidenziali del 2028 e così avremmo il presidente turco dei prossimi 20 anni. Se İmamoğlu perdesse, Erdoğan rimarrebbe probabilmente presidente fino alla fine della sua vita e molti attori politici si ritireranno dalla scena politica.

İYİ e DEM

Generalmente, in Turchia le alleanze elettorali hanno un impatto maggiore rispetto al singolo candidato. Tuttavia, memori del fallimento delle alleanze per le elezioni presidenziali e politiche di maggio scorso, il partito İYİ ha deciso di non coalizzarsi con altri affrontando la campagna elettorale con i propri candidati, sebbene l’affezione verso il partito sia in netto calo. Altrettanto fondamentale sarà conoscere il modo in cui si comporterà il Partito dell’Uguaglianza e della Democrazia del Popolo (DEM), ex HDP filo-curdo. In ogni caso, risulta difficile pensare che possano essere candidati vincenti, quindi la situazione non vede uno stemperarsi della polarizzazione sempre più netta del panorama politico.

Bisogna ricordare che, per quanto l’AKP abbia rivinto le scorse elezioni, non l’ha fatto con le percentuali schiaccianti di sempre. In particolare a Istanbul, come ricorda Roj Girasun di Rawest Research, il 53% dei votanti ha espresso preferenze per il partito repubblicano CHP  mentre il 47% degli elettori ha preferito l’AKP. Saranno proprio i candidati degli altri partiti di opposizione e i loro approcci alla campagna elettorale a determinare il modo in cui İmamoğlu colmerà questo spazio. Se il partito DEM nominasse un “candidato coniglio” (un candidato debole che funge da copertura per altri candidati), i suoi elettori potrebbero andare a votare per il CHP in misura significativa. Ma se, come potrebbe accadere per Istanbul con somma sorpresa anche dei membri del partito stesso, dovesse candidarsi una figura simbolo come quella della moglie dell’ex co-presidente dell’HDP Selahattin Demirtaş, Başak Demirtaş, la situazione per il CHP cambierebbe radicalmente.

Sempre Girasun ricorda che quando il padre di Selahattin Demirtaş è morto e lui, incarcerato dal 2016, ovviamente non ha potuto partecipare al funerale, İmamoğlu ha esitato a pubblicare un messaggio di condoglianze.  “La gente ne parla. Tutti sanno che İmamoğlu ha vinto le ultime elezioni grazie ai curdi. Una persona che esita a fare una dichiarazione su questa situazione e che spesso ha fatto apparizioni pubbliche con il Partito İYİ alle ultime elezioni avrà argomenti più deboli per attirare i voti dei curdi”.

foto: AP Photo

Chi è Eleonora Masi

Classe 1990, una laurea in Relazioni Internazionali ed esperienze in Norvegia, Germania, ma soprattutto Turchia, di cui si occupa dal 2015. Oltre a coordinare la redazione dell'area del Vicino Oriente per East Journal svolge il ruolo di desk per The Bottom Up mag. Ha ideato e prodotto il podcast "Cose Turche" che racconta gli ultimi 10 anni della Turchia dal punto di vista dei millennial che li hanno vissuti sulla loro pelle.

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