di Claudia Leporatti
Il presidente ungherese Pál Schmitt ha rassegnato in queste ore le dimissioni in seguito allo scandalo esploso intorno alla sua tesi di dottorato, che avrebbe copiato in larga parte da altri progetti già pubblicati, senza citarne gli autori. Poche ore prima del ritiro di Schmitt ha dato le dimissioni anche il rettore dell’università Semmelweiss, dove questi si era laureato. Alle accuse Schmitt aveva replicato senza negare ma scaricando le colpe sulla commissione d’esame, responsabile di non aver corretto attentamente il suo lavoro al tempo della discussione. Il 29 marzo la Semmelweis ha revocato il suo titolo di dottore. Inizialmente il capo dello stato, eletto nel 2010 per cinque anni, non sembrava intenzionato a ritirarsi, ma oggi in un discorso non annunciato ha concluso: “Il presidente rappresenta l’unità di uno stato. Questo significa che il mio compito adesso è mettere fine al mio mandato”. In questi giorni il popolo ungherese si è fatto sentire con ripetute manifestazioni contro il e medaglia d’oro di scherma olimpionica ungherese.
Cosa ne pensa la gente
Una vicenda che mina ulteriormente alla fiducia nella politica di una popolazione che negli ultimi anni ha avuto motivo di covare molto risentimento e sdegno. “Non che avessi una buona opinione del governo attuale o del precedente, – si sfoga Zoltán, che dal vent’anni gestisce un piccolo albergo nel centro di Pest – ma scoprire un imbroglio, seppur datato del capo dello stato, che dovrebbe rappresentarci all’estero, accresce il mio disgusto per chi ci guida. A dire il vero, più che il fatto in sè, trovo scandaloso che non volesse dimettersi e dichiarasse di non capire il nesso tra l’aver copiato la tesi e l’essere presidente”. L’accusa è stata diramata sul sito d’informazione Hvg alla fine del gennaio scorso e un comitato della facoltà di fisica della famosa università magiara ha confermato il plagio. Su 225 pagine totali, 213 sarebbero state falsificate. “Preferisco che i miei figli non le sentano nemmeno certe cose – commenta Andrea, negoziante di maglieria di produzione locale -. I loro modelli di riferimento non devono essere in nessun modo i nostri politici”.
Qualche sostenitore, comunque, Schmitt lo ha mantenuto: durante la maratona e la corsa Vivicittà di domenica 1 aprile ce n’erano almeno due a mostrare ai podisti piccoli striscioni in difesa dell’ex presidente.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
A consolazione di Zoltan albergatore e di Andrea negoziante va detto che il disgusto per la classe politica é coltivato nella stragrande maggioranza dei paesi più avanzati del mondo.