Ritorna a Trieste il festival cinematografico focalizzato sull'area dell'Europa centro-orientale, dal 19 al 27 Gennaio. Oggi è stata presentata la selezione delle opere presentate.

CINEMA: Trieste Film Festival 2024, la selezione

Ritorna a Trieste il festival cinematografico focalizzato sull’area dell’Europa centro-orientale, dal 19 al 27 Gennaio. Oggi è stata presentata la selezione delle opere presentate.

Il Trieste Film Festival è forse uno dei festival che meglio riesce a riassumere il cinema dell’Est contemporaneo. L’edizione del 2024 è una dimostrazione esemplare, prendendo i migliori film di Berlino, Cannes, Venezia, Locarno, Karlovy Vary, tra le varie.

Due i film di apertura: Do not expect too much from the end of the world di Radu Jude (Orso d’oro per Sesso Sfortunato e Follie Porno) apre il festival la sera del 19 Gennaio, mentre  The Green Border di Agnieszka Holland apre, il 23, la seconda metà del festival dedicata ai film in concorso.

Concorso che include varie opere che si sono già distinte sul piano internazionale: Lost Country di Vladimir Perišić e Stepne di Maryna Vroda sono film di cui abbiamo già trattato, ma si aggiungono anche Blackbird Blackbird Blackberry di Elene Navierani, Hotel Pula di Andrej Korovljev, Libertate di Tudor Giugiu, ecc.

Particolarmente forte anche il Fuori Concorso: oltre a Explanation for Everything di Gabor Reisz, si segnala MMXX, il nuovo film di uno dei più importanti nomi del cinema rumeno, Cristi Puiu, Excursion di Una Gunjak, Blaga’s Lessons di Stephan Komandarev (già vincitore del premio al miglior film a Karlovy Vary).

Notevole il comparto documentaristico che riesce ad evitare la saturazione avvenuta in altri festival di opere incentrate sulla guerra in Ucraina (come per esempio è avvenuto a Berlino), presentando una serie di tematiche molto interessanti ed inaspettate. Si segnala, per esempio, Silent Sun of Russia, che segue la generazione russa giovane nel periodo tra il 2018 ed il 2022.

Infine, la sezione “Wild Roses”, inaugurata nel 2021, incentrata ogni anno su registe di un determinato paese, quest’anno si focalizza sulla germania, ma con varie diramazioni che guardano ad Est: Im Toten Winkel di Ayse Polat è ambientato in Turchia, Musik di Angela Schanelec – già premiato a Berlino per la migliore sceneggiatura, premio consegnato tra l’altro da Radu Jude – è una coproduzione serba, Sisi & Ich segue una nobildonna ungherese che diventa dama di compagnia di Sissi nei suoi anni di maggiore reclusione, e Western segue alcuni muratori tedeschi che si trovano in Bulgaria.

La chiusura del festival è altrettanto trionfale: The Zone of Interest di Jonathan Glazer, il film candidato all’oscar al miglior film straniero per il Regno Unito ma co-prodotto e filmato interamente in Polonia, ampiamente osannato dalla critica. Sarà presente la coproduttrice Ewa Puszczyńska, che verrà premiata con il premio Eastern Star di quest’anno (l’anno scorso, a ricevere il premio, è stato Krzysztof Zanussi).

East Journal seguirà direttamente il festival. Si segnala la programmazione completa qui.

Chi è Viktor Toth

Cinefilo focalizzato in particolare sul cinema dell'est, di cui scrive per East Journal, prima testata a cui collabora, aspirante regista. Recentemente laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trieste, ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

Leggi anche

Nella sezione Orizzonti il film corale The New Year that never came, debutto di Bogdan Muresanu, sugli ultimi giorni del regime Ceaușescu.

CINEMA: Venezia – la caduta di Ceausescu in The New Year that never came

Nella sezione Orizzonti il film corale The New Year that never came, debutto di Bogdan Muresanu, sugli ultimi giorni del regime Ceaușescu.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com