L’Estonia, insieme ad altri paesi come Lettonia, Polonia e Lituania ha boicottato la conferenza ministeriale dell’OSCE tenutasi il 30 Novembre a Skopje, capitale macedone. Un gesto forte di reazione alla presenza del ministro per gli affari esteri russo, Sergey Lavrov.
Tale azione va anche letta alla luce di quanto avvenuto una decina di giorni prima quando Russia e Bielorussia, come già ampiamente annunciato, hanno bloccato l’elezione dell’Estonia alla presidenza dell’OSCE aggiungendo, in seguito, che tale veto sarebbe stato posto su qualsiasi stato membro della NATO.
La presidenza è quindi andata a Malta, stato membro UE e non della NATO, in una scelta di compromesso proposta dalla Macedonia del Nord, presidente OSCE uscente.
L’Estonia, nelle parole del suo ministro degli esteri Margus Tsahkna, preso atto dell’impossibilità della sua elezione ha deciso di supportare la scelta di Malta, membro dell’Unione Europea e stato partner. L’avallo di Tallinn ha così permesso di sbloccare una situazione d’impasse che si stava facendo preoccupante per il regolare funzionamento dell’Organizzazione.
Tuttavia, in un’ intervista al broadcast ERR, il ministro non ha nascosto il forte disappunto per il potere decisionale lasciato in mano alla Federazione Russa, Stato che, ci ha tenuto a ricordare Tsahkna “conduce una guerra per distruggere l’Ucraina, un membro dell’OSCE stesso”. Tsahkna ha rincarato la dose, sottolineando come l’OSCE stia diventando un’istituzione ormai irrilevante a causa degli ostacoli posti da Mosca su tutte le decisioni consensuali prese dall’organismo. Inoltre, la presidenza OSCE, sempre secondo il ministro estone, non avrebbe portato nessun vantaggio all’Estonia.
Tallinn si trova quindi in quel gruppo di membri OSCE critici verso un’istituzione incapace di fare i conti con la presenza dell’ aggressore russo al suo interno. L’Ucraina, in particolare, vorrebbe che l’OSCE espellesse la Russia, cosi come fatto dal Consiglio d’Europa poco dopo lo scoppio della guerra d’aggressione a Kiev, nel febbraio del 2022.