Chiesa Ortodossa Moldava

MOLDAVIA: La Chiesa Ortodossa resta fedele a Mosca

Il Metropolita Vladimir ha confermato la dipendenza della Chiesa Moldava dalla giurisdizione del Patriarcato di Mosca. La divisione tra le chiese locali è sempre più marcata, e sembra rispecchiare la situazione politica del paese.

Tra religione e politica

Come sempre accaduto nella storia, in Moldavia come ovunque in Europa, le istituzioni religiose non riescono a prescindere dal contesto politico nel quale sono inserite, e anzi risultano un tassello imprescindibile per capire i rapporti di potere interni ad uno Stato. La storia della Chiesa Ortodossa in Bessarabia è in questo senso emblematica, ed infatti sembra ricalcare perfettamente quella della Repubblica Moldava: nata sotto l’egidia ottomana del Patriarcato di Costantinopoli, negli ultimi due secoli ha seguito gli sviluppi politici della regione, passando sotto le leggi della Russia Zarista prima, del Regno di Romania poi, e infine dell’Unione Sovietica.

A seguito dell’indipendenza moldava dall’URSS dell’agosto 1991, il credo ortodosso si è poi diviso tra una Chiesa Moldava -maggioritaria e sotto la giurisdizione di Mosca – ed una Chiesa di Bessarabia – minoritaria e asserente al Patriarcato di Bucarest. Tuttavia, negli ultimi anni, coerentemente con quanto accaduto a livello politico, il lato romeno ha acquisito sempre più spazio facendo preoccupare gli alti prelati di Chişinău.

Come già riportato da East Journal, dall’invasione dell’Ucraina in poi, il metropolita moldavo Vladimir ha iniziato a mettere seriamente in dubbio la legittimità del potere esercitato da Mosca. In una lettera diretta al patriarca Cirillo I, ha spiegato che il sostegno della Chiesa russa ai progetti bellici di Putin la rende sempre meno credibile in Moldavia, dove gran parte dell’opinione pubblica condanna le sue mosse. A riprova di ciò, in questo periodo sono sempre di più le chiese e le parrocchie che decidono di asserire alla Metropolia di Bessarabia, portando con sé un numero crescente di credenti.

Gli ultimi sviluppi

Nelle scorse settimane, su iniziativa dell’arciprete Pavel Borševschi, è stata recapitata al metropolita Vladimir una richiesta ufficiale per trasferire l’egida della Chiesa Moldava dal Patriarcato di Mosca a quello di Bucarest. Come si è già osservato, l’iniziativa del pope rispecchia un sentimento sempre più popolare nel paese, e per questo motivo non poteva essere ignorata. Le più alte cariche del clero moldavo si sono quindi riunite per discutere la questione, alimentando le speranze dei riformisti.

Tuttavia, a seguito dell’incontro il vescovo Ioan Moşneguţu ha negato ogni possibile cambiamento dichiarando che, in accordo con gli altri membri, la Chiesa Moldava manterrà il suo status e non discuterà l’accesso al Patriarcato Romeno. Nonostante i dubbi di Vladimir quindi, la posizione del metropolita rimane stabilmente ancorata alla tradizione e non sembra lasciare grandi margini di manovra a chi vorrebbe una chiesa unita e indipendente da Mosca.

Da qualsiasi angolo la si guardi, la situazione religiosa in Moldavia sembra perennemente viziata dalle velleità politiche degli attori in gioco, tanto da coloro che rimangono a Mosca quanto da quelli che vanno verso Bucarest. Una tale situazione non potrà che polarizzarsi sempre di più nel tempo, portando ad un equilibrio che rispecchierà ancora una volta la situazione politica del paese, prima che quella spirituale.

Fonte: Profilo facebook di Moldova Ortodoxa

Chi è Livio Maone

Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali a Roma Tre. Attualmente è studente magistrale all’Università di Bologna.

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