Lo scorso 5 novembre, durante il 38° Congresso del CHP (Partito Popolare Repubblicano), maggior partito d’opposizione turco, il deputato riformista Özgür Özel è stato eletto presidente con 812 voti, sconfiggendo il rivale, lo storico leader Kemal Kılıçdaroğlu, che occupava la carica dal 2010, indebolito dalla rovinosa débâcle registrata alle elezioni presidenziali del maggio scorso.
Dalle Proteste della Repubblica al disastro di Soma
Özel è nato a Manisa nel 1974 in una famiglia di rifugiati balcanici provenienti da Salonicco e da Skopje. Nel 1997 si è laureato presso la Facoltà di Farmacia dell’Università dell’Egeo a Smirne, ricoprendo poi ruoli esecutivi nel consiglio direttivo dell’Associazione dei Farmacisti della Turchia (TEB). Nella primavera del 2007 è stato uno degli animatori delle “Proteste della Repubblica” (Cumhuriyet Mitingleri), una serie di pacifiche mobilitazioni di massa tenutesi in diversi centri del paese in difesa del principio costituzionale del secolarismo, miranti ad ottenere le dimissioni dell’allora Primo Ministro Erdoğan. Alle elezioni parlamentari turche del 2011 è stato eletto deputato nella circoscrizione della sua città natale, evento che ha avviato la sua carriera politica, portandolo ad essere eletto in Parlamento per cinque volte consecutive. L’operato politico di Özel è legato all’impegno profuso nella difesa dei diritti dei lavoratori, in particolare dei minatori, in un paese che registra il più alto numero di decessi nelle miniere di carbone. Nell’aprile 2014 si è imposto all’attenzione dell’opinione pubblica del paese dopo essersi fatto promotore, insieme ad altri deputati del CHP, di una mozione per l’istituzione di una commissione parlamentare incaricata di far luce sulle condizioni di sicurezza nelle miniere di Soma, nella provincia di Manisa, rigettata dalla maggioranza parlamentare dell’AKP. Il 13 maggio, due settimane dopo il discorso di Özel, 301 minatori morirono per un’intossicazione da monossido di carbonio determinata dallo scoppio di un incendio all’interno di una miniera di Soma, in quello che è ricordato come il più grave incidente mai accaduto in una miniera nella storia della Turchia. A seguito del disastro, un gruppo composto da 17 deputati di quattro diversi partiti politici, tra i quali lo stesso Özel, ha redatto un report, frutto di mesi di sopralluoghi nelle miniere del paese, denunciando l’inattività del governo e proponendo l’istituzione di un apposito Ministero delle miniere, una revisione delle autorizzazione minerarie, la stesura di un progetto di legge sulla protezione della sicurezza e salute dei minatori, pene più severe per i datori di lavoro sorpresi a violarla. Provvedimenti, questi, rimasti inascoltati.
La presidenza del CHP e le prospettive future
L’elezione di Özel, esponente dell’ala riformista vicina al sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, segna un significativo ed inaspettato momento di svolta nella storia recente del partito, che pone fine ai 13 anni di leadership di Kılıçdaroğlu, criticato per non aver rassegnato le dimissioni all’indomani della sconfitta alle presidenziali di maggio. Il nome di Özel, complice il regolamento interno dei partiti turchi che tende a premiare i leader già in carica, consentendogli di selezionare i propri delegati più fedeli, non era infatti tra i favoriti. Ciò denota una maturazione democratica in seno al CHP, di cui il neoletto leader si è fatto garante al fine di ristabilire fiducia e consenso. Özel sembra voler adottare, a differenza del predecessore, una postura critica più muscolare nei confronti delle istituzioni e del governo. Il cambio di passo si è già manifestato: durante il congresso, il segretario ha inviato i suoi saluti all’ex leader del partito filo-curdo HDP Selahattin Demirtaş e all’attivista Osman Kavala, entrambi in prigione; e il 10 novembre si è unito alla marcia dell’Ordine degli Avvocati turchi contro la decisione della Corte d’appello di opporsi al rilascio di Can Atalay, deputato incarcerato del Partito dei Lavoratori di Turchia (TİP), definendola un “tentativo di golpe”. Ha, inoltre, nominato un “governo ombra” in stile britannico, il primo nella storia del paese, nelle cui fila figurano giovani esponenti politici, tra i quali nove donne, in un tentativo di ricambio generazionale interno alle strutture partitiche e di ricostruzione di un dialogo con la base elettorale e con gli indecisi. Il nuovo CHP di Özel appare voler rimettere al centro il proprio carattere socialdemocratico e la vocazione alla tutela dei lavoratori e delle fasce più giovani. La sfida più prossima che si staglia davanti al neoeletto è rappresentata dalle elezioni municipali che si terranno nel marzo 2024 e nelle quali la posta in gioco più alta è costituita dal mantenimento del controllo dei principali centri urbani, Istanbul e Ankara, espugnati nel 2019 e rimasti gli unici argini allo strapotere dell’AKP. A complicare gli equilibri interni del partito potrebbe concorrere, come suggerisce l’analista Selim Koru, una potenziale spaccatura tra le due forti personalità di Özel e di İmamoğlu, in particolare nel caso il secondo si riconfermasse quale sindaco di Istanbul e probabile contendente del primo in vista della candidatura alle presidenziali del 2028.
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