Gli ultimi mesi sono stati per le cinque repubbliche centro asiatiche mesi di intensa attività diplomatica, la geopolitica in Asia Centrale è infatti in pieno fermento. A luglio meeting con gli stati arabi del Golfo in Arabia Saudita, l’11 settembre un forum a Xiamen dopo che a maggio si è tenuto un summit con Xi Jinping a Xian. Sempre a settembre, con un vero tour de force, il 19 incontro con il presidente Biden in occasione dell’assemblea generale dell’ONU e quindi il 29 uno storico rendez vous a Berlino, con il cancellerie tedesco Olaf Scholz. L’Asia Centrale si mette in moto.
Freundchaft
Ossia amicizia, anche se forse è meglio leggervi interesse commerciale. Con la Russia alle presa con la palude ucraina, in Asia Centrale si è creato una spazio di azione diplomatica a cui guardano con molto interesse sia la Cina che l’Europa. In realtà da molti anni la Cina sta agendo mentre l’Europa valuta, ma la situazione geopolitica attuale sembra aver spinto Berlino a passare all’azione, in proprio o come avanguardia europea sarà da vedere. Se la guerra in Ucraina rappresenta un attacco all’asse russo-tedesco, la Germania gioca in contropiede rivolgendosi al mondo ex sovietico.
Durante l’incontro sono stati presi vari accordi di cooperazione commerciale, è stato dato nuovo slancio al “corridoio di mezzo”, nuovo nome di quello che era conosciuto come Trans-Caspian International Transport Route (TITR) , vale a dire una rotta commerciale che dall’Asia Centrale possa raggiungere l’Europa tramite il Mar Nero, il Caucaso e la Turchia. Durante un incontro bilaterale con la delegazione kazaka, le autorità tedesche hanno evidenziato la necessità che le repubbliche centro asiatiche non diventino il centro di un sistema per aggirare le sanzioni a Mosca.
Bewilderment
Spaesamento, un po’ quello che sembra comunicare da qualche tempo la politica statunitense sopratutto durante la presidenza Biden. Se Berlino con i presidenti centro asiatici hanno parlato di business, Washington ha posto più genericamente l’accento sulla sicurezza. Le dichiarazioni di Biden si sono infatti concentrate sulla sicurezza dei confini, con promessa di un futuro aumento degli stanziamenti. Per il resto nulla di troppo concreto, se non un sottolineare l’importanza della protezione dei diritti dei disabili e dell’emancipazione economica delle donne.
Anzi, qualcosa di concreto c’è stato, ossia la proposta del lancio di un tavolo di dialogo per lo sfruttamento delle risorse minerarie, che riguarda soprattutto Uzbekistan e Kazakistan i due principali attori della regione. Risorse minerarie che interessano molto anche Berlino. Infine una nota di colore, rosso imbarazzo, che dice molto dell’attuale presidenza americana. Celebrando l’incontro in rete, Joe Biden avrebbe pubblicato una foto in cui mancava il rappresentante turkmeno.
Finalmente uniti?
Ma l’Asia Centrale ha interesse a trovare nuovi partner? La guerra in Ucraina in realtà ha significato per tutte e cinque le repubbliche centro asiatiche un aumento del commercio con la Russia, nel caso del Kirghizistan addirittura del 40%. Da qui il sospetto già citato che questi stati stiano fornendo la possibilità a molte aziende di aggirare le sanzioni contro Mosca. Il rinnovato interesse tedesco (europeo?) significa comunque la possibilità di una geopolitica in Asia Centrale che sia comune, bilanciando inoltre una presenza cinese da diverso tempo molto attiva nella regione.
In realtà c’è anche un altro aspetto da considerare, ossia il fatto che per la popolazione centro asiatica la Russia è una tradizionale meta di emigrazione per lavoro. Come già scritto nel caso del Kirghizistan, la guerra in Ucraina ha creato notevoli problemi a chi guardava a Mosca con la speranza di una vita migliore. Non a caso durante il meeting di Berlino il presidente kirghiso ha firmato un accordo relativo ai flussi migratori in Germania. Un documento simile era già stato firmato dall’Uzbekistan. Sullo sfondo le proteste degli attivisti per il significativo silenzio sui diritti umani.