Dopo il debutto alla Mostra del Cinema di Venezia, arriva nelle sale italiane l’ultimo disastro firmato Roman Polanski (e Jerzy Skolimowski).
Di certo non è stata una sorpresa la scelta di presentare al Lido fuori concorso e non in competizione di The Palace, il nuovo film di Roman Polanski (insieme al film di Woody Allen), considerando la polemica riaccesa nell’ultimo decennio dal movimento #MeToo per via della vicenda giudiziaria che lo vede colpevole di pedofilia e violenza sessuale sin dagli anni settanta e la sua impunità durata ormai cinquant’anni grazie al suo “esilio” dagli Stati Uniti e dai paesi dove rischia l’estradizione. Sorprendente è invece che l’ultimo film del regista di Rosemary’s Baby, Chinatown, Tess, Il Pianista, L’Uomo nell’Ombra, sia un film che non avrebbe nemmeno meritato una eventuale selezione in concorso.
Fin dalle prime proiezioni a Venezia il termine “cinepanettone” ha iniziato a girare nei pressi del Palazzo del Cinema, paragone di certo azzeccato. The Palace si incentra sul capodanno del 2000, ed i festeggiamenti al Palace Hotel, un hotel di lusso in Svizzera. Nel corso del lungometraggio, il direttore del Hotel (Oliver Masucci) si ritrova a dover gestire l’apparato organizzativo e soddisfare le richieste quanto più stravaganti dei facoltosi ospiti, di estrazioni tra le più disparate: oligarchi russi, pornoattori in pensione, ereditieri e quant’altro. Il cast include Mickey Rourke, John Cleese, Fanny Ardant, il nostrano Luca Barbareschi e Aleksandr Petrov.
Polanski ha dimostrato di avere una vena comica in precedenza, in passato con Per favore, non mordermi sul collo! o più recentemente con Carnage e Venere in Pelliccia. The Palace avrebbe avuto molto potenziale visto il contesto del capodanno del 2000 e le varie tematiche che vi si accostano come l’allarmismo per il Millennium Bug (il tilt che avrebbe dovuto paralizzare i sistemi informatici mondiali), l’improvvisa salita al potere di Vladimir Putin avvenuta proprio in quella stessa notte. Il film accenna solamente a questi argomenti ma non li approfondisce, preferendo presentare una serie di gag e scenette tragicomiche che potrebbero benissimo collocarsi in una commedia natalizia all’italiana. La critica sociale e la satira dei super-ricchi si riduce ad una comicità spiccia, quasi una parodia di Triangle of Sadness di Ruben Östlund che già non eccelleva per una comicità particolarmente profonda. Non aiuta la sottotrama che vede John Cleese interpretare un miliardario ultraottantenne in una relazione con una ragazza di vent’anni – visti i precedenti di Polanski stesso, e non salvano il film nemmeno le performance comunque apprezzabili del cast, Oliver Masucci in primis, azzeccatissimo nel suo ruolo.
Una caduta di stile sconvolgente, visto che oltre alla regia di Polanski, la sceneggiatura è di Ewa Piaskowska e Jerzy Skolimowski, che insieme hanno scritto EO (in Italia, titolato IO), il film sperimentale incentrato sulla vita di un asino che l’anno scorso ha conquistato Cannes e raggiunto gli Oscar. Fortunatamente, Venezia ha visto casi cinematografici di cineasti est europei molto più gratificanti, tra cui The Green Border di Agnieszka Holland (che abbiamo intervistato qui), vincitore del premio speciale della giuria. Se si pensa che solo quattro anni fa fu lo stesso Roman Polanski ad ottenere il Grand Premio della Giuria a Venezia con L’Ufficiale e La Spia, il disastro di The Palace si salda definitivamente. Considerata l’età del regista polacco più controverso della storia del cinema, che ha da poco compiuto novant’anni, The Palace rischia di essere la conclusione terribile di una carriera cinematografica straordinaria.
The Palace esce al cinema in Italia dal 28 Settembre, distribuito da 01 Distribution.