L’Aiea deve immediatamente verificare le condizioni della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’Unione Europea deve ufficialmente diffidare la Russia dal sabotaggio della centrale, prima che sia troppo tardi – un appello…
Via da Zaporizhzhia: l’arma delle radiazioni
Dopo i ripetuti avvisi del capo dei Servizi militari ucraini, Kyrylo Budanov, riguardo alla preparazione da parte dei russi di un attentato alla centrale nucleare da loro occupata, ora si manifestano direttive estremamente sospette da parte dei tecnici russi che la controllano. I dipendenti della russa Rosatom stanno abbandonando l’impianto per dirigersi in Crimea. I dipendenti ucraini, costretti sotto minaccia a firmare un contratto con i russi, sono stati invitati a lasciare la centrale entro il 5 luglio. Anche le forze militari russe che stazionavano nella vicina Enerhodar stanno rapidamente diminuendo.
L’Ucraina ha già iniziato esercitazioni su larga scala per poter affrontare un incidente nucleare. L’obiettivo dei russi, a cui rimangono le difese passive per opporsi al contrattacco ucraino, è quello di impedire questa azione con ogni mezzo, compreso l’incidente nucleare. La diga di Kakhovka era stata minata da molto tempo, ed è stata fatta saltare per evitare l’attacco ucraino dal lato di Kherson: ora le radiazioni potrebbero essere l’ultima risorsa dei russi per evitare l’avanzata ucraina verso la Crimea. Fonti russe ben informate già da settimane avevano avvertito di questo piano.
Sarebbero già stati minati quattro dei sei reattori; inoltre Budanov sarebbe giunto a conoscenza del fatto che sia stato minato l’impianto di raffreddamento della centrale. Senza raffreddamento, i reattori potrebbero fondere il nocciolo in un lasso di tempo previsto tra le dieci ore e i 14 giorni: alzando il voltaggio dell’impianto, i russi potrebbero causare la fusione già in poco più di dieci ore.
Secondo Budanov il piano è stato formalizzato e approvato. Manca solo la decisione di attuarlo, come è accaduto a Kakhovka. Il sindaco di Enerhodar, Dmytro Orlov, a conferma di ciò, afferma che “i russi non consentono al personale ucraino di avvicinarsi alle strutture idrotecniche”. Non può essere escluso anche un attentato false flag per incolpare gli ucraini, con un bombardamento della centrale, per indebolire o distruggere le strutture di contenimento, e consentire così una maggiore contaminazione, potenziando gli effetti della fusione.
Il 22 giugno il Direttore dell’Aiea Rafael Grossi ha dichiarato che “la situazione della sicurezza nucleare della centrale di Zaporizhia è estremamente delicata”; ora però questi comunicati generici non sono più sufficienti, è preciso dovere dell’Aiea verificare sul posto le condizioni dell’impianto e chiedere a Rosatom controlli tempestivi. Non è ammissibile che le istituzioni europee permettano con la loro inazione una catastrofe nucleare di grande entità. Chiediamo all’Unione Europea e all’Aiea di intervenire immediatamente, prima che sia troppo tardi. Le ore sono contate, una volta innescata, la catastrofe sarà irreversibile.