Il risultato delle elezioni parlamentari in Montenegro, svoltesi nella giornata di domencia 11 giugno, conferma quanto previsto dai sondaggi d’opinione e premia ancora Evropa Sad. Il partito centrista del neo presidente Jakov Milatović è diventato primo partito del paese, ma i negoziati per formare una maggioranza di governo stabile si preannunciano complicati.
I risultati
Evropa Sad, guidata dall’ex ministro delle finanze e co-fondatore del partito Milojko Spajić, ha infatti conquistato circa un quarto dei voti espressi, attestandosi attorno al 25,5%. Risultato che relega al secondo posto il blocco guidato dal DPS, il Partito democratico dei socialisti, presentatosi alle elezioni per la prima volta senza il suo leader storico Milo Djukanović e attestatosi sul 23,8% dei voti.
Al terzo posto troviamo la coalizione pro-serba “Per il futuro del Montenegro”, che raggiunge il 14,7%, seguita dall’anomala coalizione formata da URA del premier uscente Dritan Abazović e i Democratici dell’ex presidente del parlamento, Aleksa Becić che conquista il 12,3% delle preferenze.
Infine troviamo il Partito Bosgnacco con il 6,9%, e il Forum albanese, l’Alleanza albanese e l’Iniziativa civica croata che hanno superato la soglia per entrare in parlamento.
La vittoria di Evropa Sad
Per il DPS il secondo posto è un risultato che sa di sconfitta. Le parole del leader di Evropa Sad, Milojko Spajić, in conferenza stampa, non lasciano spazio a interpretazioni. Egli infatti ha affermato che i negoziati per un governo stabile sono la priorità affinché il paese prosegua verso le riforme necessarie, ma avverranno con coloro che condividono i valori del partito, di certo non con il DPS, che quindi appare destinato con ogni probabilità all’opposizione.
La vittoria di Evropa Sad era preannunciata dai sondaggi, in virtù dei successi già ottenuti nelle elezioni amministrative di ottobre 2022 a Podgorica, e nelle recenti elezioni presidenziali di marzo in cui Milatović ha spodestato Djukanović.
Negoziati complicati per un governo stabile
In occasione delle elezioni presidenziali, al secondo turno il candidato di Evropa Sad aveva ricevuto il sostegno, e i voti, della coalizione filo-serba e di URA, già insieme nel precedente governo: sono dunque queste due forze, oltre a quelle delle minoranze nazionali, le possibili partner di coalizione di Spajić.
Tuttavia, i negoziati per formare una maggioranza coesa che permetta al paese di uscire da una instabilità politica che dura ormai dall’agosto del 2020, saranno duri, date le evidenti diversità tra le forze politiche, emerse con forza nella precedente legislatura. La scarsa affluenza registratasi domenica alle urne, con un 56,4% che rappresenta il minimo storico per il Montenegro democratico e indipendente, è esemplificativa dell’insoddisfazione popolare nei confronti dell’attuale classe politica, sinora incapace di affrontare le questioni relative al debito pubblico e alle riforme necessarie per proseguire la via dell’integrazione europea del paese.
Foto: Euractiv.com