Germania e Cremlino
Il Washington Post rivela l’intenzione del Cremlino di costruire una coalizione tra estrema destra e sinistra tedesche.

GERMANIA: Sahra Wagenknecht e gli amici rossobruni della pace (e del Cremlino)

Il Washington Post rivela l’intenzione del Cremlino di costruire una coalizione tra estrema destra e sinistra tedesche. Un piano pensato per alimentare lo scontento popolare verso l’appoggio alla resistenza ucraina e per mettere in crisi lo sforzo economico e militare della Germania e del continente europeo per contrastare l’aggressione russa.

Gli opposti si attraggono?

Il 25 febbraio di quest’anno circa 13.000 persone si sono radunate davanti alla porta di Brandeburgo, uno dei luoghi simbolo di Berlino, per chiedere la sospensione dell’invio di armi all’Ucraina. Portavoce della protesta era Sahra Wagenknecht, membro del partito di sinistra radicale Die Linke,  la quale culla l’aspirazione di divenire una delle figure chiave della scena politica tedesca dei prossimi anni.

In tale sede Wagenknecht ha richiamato l’esigenza di un serio “movimento per la pace” che lotti per una via d’uscita diplomatica dalla crisi in Ucraina ed ha espresso il timore che la Germania possa essere trascinata in una vera e propria guerra frontale contro la Russia. Tra la folla che assisteva al comizio era presente anche Jürgen Elsässer, ex-militante comunista nella Germania Ovest ed oggi direttore di Compact, un giornale guida per l’estrema destra tedesca, e vari esponenti di Alternative für Deutschland (AfD), partito critico del sostegno occidentale all’Ucraina. Non era presente invece alcuna delegazione di Die Linke, che ha accusato Wagenknecht di non avere preso a sufficienza le distanze da AfD.

Compact, descritto da funzionari tedeschi come uno strumento di propaganda per la Russia di Putin, ha di recente indicato in Wagenknecht la candidata ideale alla Cancelleria, un personaggio in grado di unire messaggi di destra e sinistra e quindi potenzialmente capace di raccogliere attorno a sé un vasto seguito di consensi sul piano nazionale. La rappresentante di Die Linke tiene infatti posizioni critiche sui migranti, accusati di favorire la concorrenza con i lavoratori tedeschi e dunque di contribuire alla diminuzione del livello dei salari, sulla transizione energetica e sulle sanzioni alla Russia – colpevoli di impoverire il popolo tedesco più che quello russo. Inoltre, durante la pandemia, parlò dell’emergere di una vera e propria “dittatura sanitaria”.

Insomma, Wagenknecht, figlia della vecchia DDR, si fa portavoce di una sinistra che ricerca, nei messaggi e nelle parole d’ordine, un legame saldo con l’estrema destra, probabilmente con l’intenzione in futuro di ritagliarsi uno spazio politico autonomo e indipendente per divenire il nuovo riferimento politico della maggioranza dei tedeschi. Un sondaggio di Der Spiegel sostiene che l’attuale deputata di Die Linke potrebbe arrivare al 24%. Intanto, il suo Manifesto per la pace, che agito lo spettro dell’escalation nucleare e chiede lo stop della consegna di armi all’Ucraina, ha raccolto oltre 600’000 firme e il leader di AfD in Turingia Björn Höcke le ha presentato  un esplicito invito per unirsi al suo partito, dove potrà “far passare le sue idee per una politica di pace”.

Il progetto russo

Il Washington Post in una sua recente  inchiesta  rivela che saldare estrema destra e sinistra tedesche è un chiaro obiettivo del Cremlino; lo dicono documenti che risalgono al periodo che va da luglio a settembre 2022, scoperti da un’agenzia di intelligence europea. Il Cremlino avrebbe dunque ordinato ai suoi strateghi politici di lavorare per costruire una coalizione anti-guerra in Germania per diffondere poi in tutta Europa un sentimento contrario e diffidente al sostegno verso l’Ucraina. Non ci sono prove di contatti diretti tra personalità del mondo politico russo e della scena tedesca, ma si può accertare che almeno una persona vicina a Wagenknecht e vari membri dell’AfD tenevano contatti con ufficiali russi nel momento in cui tale piano veniva discusso e preparato. Da ciò che si può dedurre dai documenti si delinea l’intenzione russa di trasformare AfD (che avrebbe dovuto creare una coalizione con Wagenknecht e altri esponenti di sinistra) nel partito della cosiddetta “unità tedesca”, pronto a battersi contro le sanzioni per il bene dei propri cittadini e del proprio Paese.

L’AfD, del resto, descrive la guerra in Ucraina come la risposta russa all’espansionismo NATO e all’unilateralismo americano e come un’azione intrapresa da Putin e dai suoi uomini per difendere le minoranze linguistiche dell’est del Paese. In aggiunta, secondo le parole di Andreas Kalbitz (ex-membro di spicco di AfD) citate dal Washington Post, l’Ucraina condurrebbe una “guerra per procura” e Putin sarebbe l’ultimo decisivo bastione contro l’imperante liberalismo occidentale.

Dall’inchiesta del Washington Post si legge che non appena il Cremlino ha approvato il proprio piano per un’ideale unione tra Wagenknecht e l’estrema destra, i deputati AfD hanno cominciato a sostenere la deputata di Die Linke in Parlamento, come hanno iniziato a scandire il suo nome durante i loro comizi, quasi a cercare costantemente la sua attenzione e a tastare l’appoggio del proprio elettorato.

Un parlamentare dell’AfD (che ha chiesto di rimanere anonimo) nega un coinvolgimento diretto di funzionari russi nella politica del paese; egli conferma una volontà russa di “interferire” in qualche modo, ma descrive certi “piani” come puramente teorici. Si sa però che l’ex marito di Wagenknecht, Ralph Niemayer, teneva contatti con personalità del mondo politico russo e allo stesso tempo manteneva aperti i canali politici con l’ex moglie. Nyemayer conferma il progetto di Mosca per un patto elettorale tra Wagenknecht e l’estrema destra tedesca, all’insegna di quello che viene definito “rossobrunismo” (fenomeno già apparso in Russia dopo il crollo dell’URSS), ma esclude che Wagenknecht accetterebbe un qualche supporto economico da Mosca.

Oltre alla volontà di saldare estrema destra e sinistra tedesche, l’obiettivo degli strateghi politici russi doveva essere quello di aumentare la quota di popolazione che in Germania chiedeva di mantenere buone relazioni con Mosca, nonostante l’aggressione in corso. Ciò doveva essere perseguito con slogan semplici ed efficaci come “L’Ucraina vuole la guerra, la Germania vuole la pace”, da diffondere sui social media e durante manifestazioni di piazza. Ovviamente il Cremlino, come evidenziato dai documenti in esame, aveva tutto l’interesse a promuovere proteste, che dovevano essere guidate dall’estrema destra o dalla sinistra più radicale, le quali avrebbero preso piede su tutto il territorio nazionale, da Berlino a Lipsia, fino a Stoccarda.

Inoltre, Nyemeyer ricorda che si recò a Mosca nel settembre 2022, successivamente alle esplosioni che danneggiarono i gasdotti di Nord Stream, e in tale occasione parlò direttamente con Dmitrij Peskov, portavoce del presidente Putin, il quale si mostrò interessato ad agire per formare una coalizione tra Wagenknecht e l’estrema destra di Afd. Tuttavia, Wegenknecht sembra escludere al momento questa opzione; ma, secondo Nyemeyer, se un partito personale potrebbe portarle alti consensi, un’alleanza esplicita con l’AfD le darebbe addirittura una maggioranza in Parlamento.

Chi è Lorenzo Fraccaro

Classe 1998, ha una laurea in scienze politiche presso l’università di Padova. Successivamente ha conseguito il suo titolo magistrale in relazioni internazionali all’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sui totalitarismi del Novecento. Grande appassionato di storia e politica internazionale, negli anni ha approfondito eventi e dinamiche riguardanti l’Europa Orientale. Per East Journal è il responsabile dell’area che si occupa di Russia, Ucraina, Bielorussia, Caucaso e Asia Centrale.

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