Già spesso descritto come l’Otto e Mezzo di Nanni Moretti, Il Sol dell’Avvenire approda alla croisette, insieme ai suoi numerosi legami al mondo dell’Europa orientale.
Non c’è dubbio: è la serata di Nanni Moretti, che firma il suo film forse più personale dai tempi di Caro Diario. Ciò che potrebbe sorprendere è che, in mezzo ai contenuti più autobiografici, si possono identificare varie connessioni del film al mondo dell’Europa dell’Est, ben oltre alla presenza nel cast dell’attrice di origine ceca Barbora Bobulova, e del polacco Jerzy Stuhr, storico collaboratore di Moretti già presente ne Il Caimano ed in Habemus Papam, e famoso in patria per essere stato il protagonista de Il Cineamatore di Krzysztof Kieslowski.
Il circo ungherese
Il Sol dell’Avvenire è un’opera di metacinema, un film che a sua volta segue la produzione di un film. Il film “interno” è ambientato nel 1956, nella periferia di Roma, in coincidenza con la rivoluzione avvenuta in Ungheria tra l’Ottobre ed il Novembre dello stesso anno. Proprio questo evento è centrale alla vicenda del film dentro il film, che segue una sezione del Partito Comunista Italiano ed il suo presidente, che ospita un circo ungherese, il Budavári, che arriva proprio nei giorni del’invasione sovietica. Il tema toccato è leggermente diverso dagli svariati film – principalmente ungheresi – sul ’56, ovvero l’improvvisa bufera che ha investito il PCI, che non è stato in grado di prendere una posizione netta contro l’Unione Sovietica. Nel film, il capo del circo è interpretato dall’ungherese Zsolt Anger, che, a detta di Moretti, ha imparato foneticamente le sue battute in italiano pur non parlando la lingua.
Moretti e Kieslowski
Tra i vari argomenti che Moretti tocca nella sua opera si ritrova anche una meditazione sul cinema ultraviolento contemporaneo. Per controbattere alle scelte di un regista esordiente alle prese con un film di genere crime, molto simile a varie opere che si riscontrano attualmente nel cinema italiano, Moretti richiama in un monologo Breve film sull’uccidere di Kieslowski, il quinto capitolo del Decalogo, descrivendo in che modo quel film utilizza una sequenza molto violenta per collocare lo spettatore in una posizione perturbante, per provocare disgusto nei contronti della violenza. Con questo riferimento Moretti fa un omaggio a Kieslowski che aggiunge un ulteriore tassello al mosaico di legami tra i due cineasti: infatti, quando La Doppia Vita di Veronica era ancora in fase di pre-produzione, a Nanni Moretti sarebbe stato offerto il ruolo del marionettista, personaggio poi interpretato da Philippe Volter. Non è mai stato chiarito il motivo per cui il ruolo non è stato poi assegnato a Moretti, ma con il riferimento de Il Sol dell’Avvenire si consolida l’ammirazione del cineasta-attore nei contronti del maestro del cinema polacco.
In Italia, Il Sol dell’Avvenire è uscito nelle sale lo scorso 14 Aprile.