Lunedì 24 aprile, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha dato un primo assenso alla richiesta del Kosovo di entrare a far parte dell’organizzazione pan-europea con sede a Strasburgo. I ministri hanno inoltrato la richiesta d’adesione all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE), che dovrà confermare la decisione.
La ministra degli esteri kosovara Donika Gervalla, ha definito la decisione un “passo storico, forse il più importante dalla nostra indipendenza”. “Resta ancora molto lavoro da fare. Il processo di adesione è lungo e pieno di sfide. Ma alla fine del processo, la Repubblica del Kosovo prenderà il posto che le spetta di diritto come membro del Consiglio d’Europa”, ha scritto lunedì Gervalla su Facebook.
La decisione è un altro successo per il governo di Albin Kurti, che a dicembre ha fatto domanda di adesione all’UE, e ha ottenuto la fine del regime dei visti per l’area Schengen dal 2024.
Il voto positivo, nonostante Orban
In un voto a maggioranza qualificata (era necessario il supporto dei due terzi dei 46 paesi membri), hanno votato a favore 33 governi europei, mentre sono stati sette i contrari e cinque gli astenuti. L’Armenia non ha partecipato al voto. Tra i paesi membri UE che non ricononosco il Kosovo, Grecia e Slovacchia si sono astenute, mentre Cipro, Romania e Spagna hanno votato contro. Ugualmente si sono astenute Ucraina, Moldavia e Bosnia Erzegovina, mentre ha votato contro la Serbia.
L’Ungheria è stato l’unico paese membro UE e NATO, e che riconosce il Kosovo, ad aver votato contro. Uno strappo dovuto agli stretti legami intessuti negli ultimi anni tra i regimi illiberali di Ungheria e Serbia: giusto domenica, il premier ungherese Viktor Orban era a Belgrado a ispezionare gli armamenti dell’esercito serbo, assieme al presidente serbo Aleksandar Vucic e al leader secessionista serbo-bosniaco Milorad Dodik.
Già a gennaio, Budapest aveva annunciato che avrebbe messo i bastoni tra le ruote alle aspirazioni del Kosovo. “L’ammissione prematura del Kosovo da parte di diverse organizzazioni europee può compromettere la ricerca della riconciliazione. Pertanto, se ci sarà un voto sull’accettazione del Kosovo come membro del Consiglio d’Europa, il governo voterà no”, aveva dichiarato il ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto dopo l’incontro con l’omologo serbo Ivica Dacic.
Il percorso del Kosovo verso Strasburgo
Il governo del Kosovo aveva fatto domanda d’adesione al Consiglio d’Europa il 12 maggio dell’anno scorso. La richiesta era tuttavia rimasta in sospeso, in attesa di passi avanti nel dialogo mediato dall’UE per la normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina. Buone notizie sono infine arrivate con l’accordo dello scorso 18 marzo, a Ocrida, coi mediatori europei Josep Borrell e Miroslav Lajcak. Nonostante tale accordo preveda che la Serbia non si opponga all’adesione del Kosovo ad organizzazioni internazionali, Belgrado ha comunque votato contro.
Come nota Antoine Buyse, il Kosovo già collabora da anni con i comitati d’esperti del Consiglio d’Europa, anche grazie ai fondi UE. La Convenzione europea dei diritti umani (CEDU) è indicata tra le fonti interne di diritto della Repubblica del Kosovo. Paradossalmente, i cittadini kosovari possono già appellarsi ai diritti riconosciuti dalla CEDU nei tribunali kosovari, ma non hanno finora accesso alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.
Rendere obsoleto il progetto Macron-Michel di Comunità Politica Europea?
La Russia è stata espulsa dal Consiglio d’Europa il 16 marzo 2022, dopo l’aggressione armata su larga scala contro l’Ucraina. Con l’adesione del Kosovo, il Consiglio d’Europa avrà gli 47 stessi membri della Comunità Politica Europea, il progetto di cooperazione politica lanciato dal presidente francese Emmanuel Macron e dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, e di cui un primo vertice si è riunito a Praga lo scorso 6 ottobre 2022. Il prossimo vertice è previsto per il 1° giugno 2023 a Chisinau, in Moldavia.
Il Consiglio d’Europa, in ristrettezze finanziarie e da un decennio costretto a equilibrismi diplomatici per non scontentare la Russia, vedeva l’iniziativa Macron-Michel come una pericolosa concorrente. Il vertice di Reykjavik del venturo 16-17 maggio sarà un’importante occasione per il Consiglio d’Europa per rinnovare la propria identità di “comunità di valori a vocazione pan-europea“. L’adesione del Kosovo potrà essere un passo in tal senso.
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