George Simion, leader del partito d’estrema destra AUR, è accusato di aver avuto contatti con i servizi segreti russi.
George Simion, leader del partito d’estrema destra AUR avrebbe avuto in passato contatti con i servizi di spionaggio russi. L’accusa proviene dal capo della direzione di intelligence del Ministero della Difesa ucraino, Oleksandr Skipalski.
Le accuse
Questo confermerebbe quanto detto dall’ex ministro della Difesa moldavo, Anatol Șalaru, secondo il quale Simion avrebbe avuto un incontro a Chernivtsi con l’FSB (Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa). Dal 2021, Simion non ha diritto di entrare in territorio ucraino; un simile divieto è in vigore per la Moldavia: il politico rumeno non può recarsi nel paese dal 2018. Quest’ultima interdizione è abbastanza sorprendente per un politico rumeno che preme per l’unione tra Moldavia e Romania: secondo Șalaru, questo si spiegherebbe proprio per il fatto che le sue posizioni pubbliche nasconderebbero ben altro. Șalaru dichiara che, secondo quanto riportatogli dal capo dell’intelligence moldava, Simion avrebbe più volte incontrato in Moldavia Mark Tkaciuk, un “uomo al servizio dei russi”.
L’ex vicedirettore dell’intelligence moldava (SIS) Ruslan Munteanu ha difeso il leader di AUR, sostenendo di non aver mai ricevuto dalla Moldavia alcuna informazione su Simion. Simion sarebbe stato dichiarato persona non grata in Moldavia sotto spinta del magnate e uomo politico Vladimir Plahotniuc e dell’ex presidente filorusso Igor Dodon, proprio per le sue posizioni unioniste e a seguito di alcune proteste in Moldavia in cui aveva preso parte. Le dichiarazioni di Munteanu sono tuttavia da prendere con le pinze, visto che suo fratello, Valeriu Munteanu (ex ministro dell’Agricoltura moldavo), è stato eletto vicepresidente di AUR a marzo 2022.
La posizione di AUR
Simion ha spesso respinto le accuse provenienti dalla Moldavia, mentre non ha ancora commentato quanto dichiarato dall’intelligence ucraina. In un post su Facebook, AUR ha invece risposto agli ucraini. Il partito d’estrema destra sostiene che l’Ucraina avrebbe alle sue spalle una ricca storia di azioni dirette contro i rumeni sia all’interno del suo territorio (a seguito del patto Molotov-Ribbentrop) sia nello “Stato inventato da Stalin” (ovvero la Moldavia). “Quando chiede l’aiuto di tutto il mondo per difendere il suo paese dall’aggressione russa,” si legge nel post, “il Presidente Zelens’kyj è consapevole di essere beneficiario e garante degli stessi rapimenti, aggressioni e ingiustizie storiche che hanno sottratto alla Grande Romania intere regioni che ora fanno parte dell’Ucraina?”
Da tempo sostenitore dell’unione tra Moldavia e Romania, Simion ha portato la sua battaglia in parlamento quando AUR ha ottenuto i primi seggi nel 2020. Le posizioni del partito d’estrema destra sulla Russia sono da sempre ambigue: così come in Polonia, posizionarsi sull’estrema destra (oltre che avere posizioni fortemente unioniste) dovrebbe, almeno teoricamente, significare opporsi alla potenza russa, proprio per la questione moldava. Durante la Seconda guerra mondiale, l’URSS ha infatti occupato e poi annesso la Bessarabia, la Bucovina settentrionale ed il distretto di Herța (queste ultime due appartenenti oggi all’Ucraina), tutti territori del Vecchio regno di Romania.
AUR non ha però avuto problemi a sostenere Călin Georgescu come candidato premier, un ammiratore di Vladimir Putin, conosciuto per le sue posizioni filorusse. Diversi suoi rappresentanti si espongono più chiaramente; tra questi, l’ex senatrice no-vax di AUR Diana Șoșoacă (ora tra i non iscritti, conosciuta in Italia per avere “sequestrato” per otto ore una giornalista RAI), habitué degli eventi organizzati dall’ambasciata russa.
Foto: dal profilo Facebook di Alianța pentru Unirea Românilor – AUR