Bulgaria

BULGARIA: Borisov vince le elezioni, di nuovo

Bojko Borisov vince le elezioni in Bulgaria, prevalendo di poco sui liberali. L’estrema destra di “Rinascimento” sale al terzo posto. Ma formare un nuovo governo non sarà facile. 

I risultati

Nelle elezioni politica di domenica 2 aprile, il partito dell’ex premier Boris Borisov, il GERB, risulta di nuovo in testa. I sondaggi avevano previsto un testa a testa tra il partito di Borisov e l’alleanza liberale, europeista e anti-corruzione formata da “Continuiamo il cambiamento” e “Bulgaria Democratica”, guidata dall’ex premier Kiril Petkov. Nonostante le ultime rilevazioni avessero dato i liberali in leggero vantaggio, alle urne GERB è sopra gli avversari di circa un punto e mezzo, 26.5% contro il 24.9.

Il partito di estrema destra “Rinascimento” prosegue la sua ascesa, come previsto, e si piazza al terzo posto, poco sopra il 14%, seguito dal partito della minoranza turca (“Movimento per i Diritti e la Libertà”). Il Partito Socialista Bulgaro, nonostante un possibile drenaggio di voti dovuto alla creazione di un nuovo partito di sinistra (fermo al 2%, sotto la soglia di sbarramento), ha tenuto, pur stagnando intorno al 9%. Infine, “C’è un popolo così” (partito pigliatutto) è riuscito a superare di poco la soglia di sbarramento, fattore di non poca importanza per la formazione di una coalizione di governo.

Geografia elettorale

Il partito di Borisov è primo in quasi tutte le regioni, fatta eccezione per le roccaforti turche (Kărdžali, Silistra, Razgrad, Tărgovište e Šumen). L’alleanza di Petkov si è imposta nelle grandi città (Plovdiv e Ruse), facendo il pieno di voti nella capitale Sofia.

All’estero vince, ovviamente, il partito della minoranza turca grazie ai voti provenienti dalla Turchia. Per il resto, la coalizione liberale ha vinto quasi ovunque, fatta eccezione per alcuni paesi come Romania e Spagna, dove ha prevalso l’estrema destra.

I bulgari sono stanchi

Due segnali in particolare testimoniano della stanchezza dei bulgari di fronte alla paralisi politica (queste sono infatti le quinte elezioni in due anni). Alle urne, come previsto, si è recato solo il 40% degli aventi diritto. Cresce inoltre la quota di chi, recatosi al voto, non ha scelto nessun partito: 100.000 bulgari hanno infatti scelto di non scegliere.

Con un scenario molto simile a quello scaturito dalle ultime elezioni, le discussioni per formare una coalizione di governo si preannunciano molto difficili. Le varie combinazioni erano infatti già sul tavolo dopo l’ultimo scrutinio e non hanno portato a nulla.

Si è vociferato a lungo, in Bulgaria, di un eventuale coalizione “salva-Bulgaria” tra i due partiti maggiori. Gli scettici, ovviamente, sono molti: sono poco chiare le ragioni per cui il partito di Petkov dovrebbe commettere un suicidio politico ed allearsi con Borisov, target principale della sua lotta anti-corruzione.

Le altre possibilità prevedono che il partito della minoranza turca svolga il suo solito ruolo di pivot. Una grande coalizione tra GERB, minoranza turca e socialisti potrebbe reggere sulla carta, ma il Partito Socialista Bulgaro si è detto più volte contro qualsiasi alleanza con Borisov (nonostante i socialisti siano una forza decisamente più tendente a destra che a sinistra). Borisov potrebbe quindi rivolgersi, sempre insieme alla minoranza turca, a “C’è un popolo così“, nonostante questi ultimi abbiano raggiunto il successo in passato grazie ad una piattaforma anti-corruzione. Ergo, stare con Borisov è scomodo per tutti. L’estrema destra potrebbe anche accettarlo, non fosse che sarebbe davvero difficile far stare insieme il partito della minoranza turca e una formazione apertamente xenofoba.

Qualora Borisov riuscisse a formare un governo, tra l’altro, non è detto che questo riuscirà a sopravvivere a lungo. Nonostante sia il vincitore dello scrutinio, Borisov potrebbe ricevere un duro colpo alle prossime elezioni locali (previste per quest’anno) e perdere legittimità. A livello locale, infatti, il voto si svolge in due turni: al secondo turno maggioritario è altamente probabile che gli elettori dei partiti esclusi voteranno per gli avversari del GERB.

Forti difficoltà emergerebbero anche se il presidente Rumen Radev, constatata l’impossibilità di formare un governo a guida GERB, affidasse il mandato ai secondi arrivati: Petkov ha già avuto occasione di giostrarsi con numeri e partiti simili prima di queste elezioni, senza arrivare a nessun accordo.

Foto: dal profilo Facebook di Boyko Borissov 

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Al momento svolge un dottorato in Scienze Politiche e Sociologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa sulle coalizioni rosso-brune in Europa centro-orientale. Scrive su East Journal dal dicembre 2021.

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