BOSNIA: Torna in libertà "Babo" Abdić, l'ex commerciante con la passione per la guerra

di Alfredo Sasso

Fikret Abdić, uno dei personaggi più noti e controversi della storia recente in Bosnia-Erzegovina (e in tutta la regione ex-jugoslava) è tornato in libertà venerdí scorso. Abdić aveva trascorso gli ultimi dieci anni nel carcere croato di Pula, dove scontava una condanna per crimini di guerra. Appena uscito dal carcere, Abdić è stato salutato da una folla di circa 3.000 persone, giunte in Istria con decine di pullmann speciali. Tutti partiti da Velika Kladusa, la città della Cazinska Krajina (regione all’estremità nord-ovest della Bosnia-Erzegovina), che diede i natali di Abdić e ne fu la sua roccaforte politica, economica e militare. E dove ancora oggi gode di una diffusa popolarità.

La parabola di Fikret Abdić iniziò nel 1967, con la direzione dell’azienda agroalimentare Agrokomerc. Sotto la sua gestione, l’impresa diventò un colosso del settore e nel 1987 giunse ad avere 13.000 dipendenti (erano 30 nel 1963). Velika Kladusa, centro di una zona tradizionalmente poverissima, diventò uno dei comuni più ricchi della Bosnia-Erzegovina. Ma c’era il trucco: nel settembre del 1987 si scoprì che il boom di Agrokomerc si era sostenuto con un giro di cambiali scoperte, finanziato da decine di banche jugoslave. Da li a breve Abdić fu arrestato, Agrokomerc fallì con conseguenze devastanti per la fragile economia della Bosnia-Erzegovina, e quasi tutta la classe dirigente della Lega dei Comunisti bosniaca cadde in disgrazia.

Eppure Fikret Abdić fu scarcerato dopo soli due anni, si ripresentò alla scena pubblica come vittima di un complotto e concorse alle elezioni presidenziali bosniache del 1990 per l’SDA, il partito nazionalista musulmano. Era l’occasione migliore per tornare al potere e, soprattutto, riprendersi Agrokomerc. Fu un en-plein per Abdić, che risultò il candidato più votato in tutta la Bosnia-Erzegovina, con percentuali plebiscitarie in Cazinska Krajina, dove si manifestava ormai un vero culto della personalità (da quelle parti è ancor oggi noto come “Babo”, papà). Batté persino il compagno di partito e favoritissimo Alija Izetbegovic. Erano due figure opposte: Izetbegovic schivo, dogmatico, conservatore; Abdic disinvolto, pragmatico, un po’ “intrallazzone”. E giunsero alla rottura definitiva, in piena guerra, nel settembre 1993.

Abdić optò per l’insoburdinazione al governo di Sarajevo e proclamó la “Provincia Autonoma della Bosnia Occidentale”, un’enclave dedita al contrabbando di armi e alla collaborazione con i nemici di allora, i croati e i serbi, con i quali trattò una pace separata. Ne scaturì un conflitto tra l’esercito regolare bosniaco e i fedeli di Babo, che non esitarono ad allearsi con le milizie serbo-bosniache nell’assedio a Bihać. Una guerra tanto più paradossale e lacerante perché interna al campo musulmano e, per giunta, in una delle zone con più alta densità di popolazione bosgnacca.

Nel settembre 1995, con l’avanzata congiunta bosniaco-croata, il “Babo-stato” si dissolse e Abdić si rifugiò in Croazia, dove ottenne la protezione e perfino la cittadinanza croata grazie ai buoni uffici col presidente Tudjman. Con la scomparsa di quest’ultimo, Abdić fu arrestato, processato e condannato dalla giustizia croata, in quanto responsabile dell’uccisione di centinaia di vittime militari e civili, di torture e di campi di concentramento. Era il 2002: la parabola di Babo sembrava essersi conclusa. Fino a venerdì scorso.

Appena uscito dal carcere di Pula, Abdić ha dichiarato alla folla che tornerà a Velika Kladusa per reimpossessarsi di Agrokomerc e creare 13.000 nuovi posti di lavoro. Ma stavolta non sarà così facile. Oggi la proprietà di Agrokomerc è della Federazione di Bosnia-Erzegovina, e Abdić è ormai fuori dai giri che contano dell’economia e delle istituzioni. All’esterno dei confini di Velika Kladusa i media, la politica e buona parte dell’opinione pubblica lo definiscono senza mezzi termini un criminale di guerra o, quantomeno, un traditore della causa bosniaca.

La sua base politica è un partitino chiamato Unità Democratica Popolare (DNZ), che guida la giunta di Velika Kladusa ma non è mai andato oltre l’1,4% nelle elezioni politiche nazionali, e qualcuno vocifera di profondi contrasti interni tra Jelena Abdic (figlia di Babo) e i vertici del partito. Infine, Abdic è ancora sotto processo a Rijeka, assieme al figlio, per frode finanziaria. È quindi probabile che Fikret Abdić desista dai suoi roboanti progetti e finisca per trascorrere la sua vecchiaia nella lussuosa residenza di Volosko, nel Quarnero. Ma quando c’è di mezzo Babo, il suo feudo di Velika Kladusa e la sua cronica ossessione per Agrokomerc, non è mai detta l’ultima parola.

Chi è Alfredo Sasso

Dottore di ricerca in storia contemporanea dei Balcani all'Università Autonoma di Barcellona (UAB); assegnista all'Università di Rijeka (CAS-UNIRI), è redattore di East Journal dal 2011 e collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso. Attualmente è presidente dell'Associazione Most attraverso cui coordina e promuove le attività off-line del progetto East Journal.

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4 commenti

  1. Berlusconi di Bosnia??!!!!???!! Ma siamo matti? Oppure vi è una vera e propria ossessione legata a Berlusconi. Chiedo scusa, ma con tale affermazione si dimostra una ignoranza crassa sulle questioni bosniache. Una cantonata paurosa.

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