La Moldavia si trova ad attraversare un delicatissimo momento politico, e non va lasciata sola. Altrimenti, il fragile equilibrio di interessi che regge il paese potrebbe spezzarsi…
Proteste a orologeria
Nella giornata di ieri nuove proteste anti-governative hanno scosso il solitamente tranquillo centro di Chișinău, proprio dove, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, sorgono i principali palazzi del potere nazionale.
Centinaia di manifestanti si sono radunati dinnanzi al municipio della capitale, scandendo cori contro la presidente della repubblica, Maia Sandu, indicata come la principale colpevole per la difficile condizione economica del paese, causata soprattutto dall’aumento dei prezzi dell’energia. Quello del centro città non è stato l’unico teatro della dimostrazione. Altri manifestanti hanno bloccato la principale arteria di accesso a Chișinău, bloccando interamente il traffico.
Si tratta della seconda manifestazione di proporzioni non trascurabili nel giro di pochi giorni. Un copione simile andò in scena lo scorso 19 febbraio, sempre nel centro della capitale, con slogan simili e con lo stesso mandante.
Chi c’è dietro le manifestazioni?
Il grande burattinaio alle spalle delle ultime proteste è Ilan Șor, fondatore di un partito che porta il suo nome. Șor, che ha iniziato la sua carriera politica come sindaco della città di Ohrei, si trova attualmente in Israele (paese di cui detiene la cittadinanza) dove è fuggito a seguito di una condanna per frode comminatagli in Moldavia. Il suo partito, che l’attuale maggioranza di governo vorrebbe mettere fuori legge, da tempo porta avanti posizioni filo-russe.
Insieme al partito di Șor, tra gli organizzatori dell’evento risulta anche un’altra formazione, il partito PACE, un acronimo che significa “a casa costruiamo l’Europa”. I due partiti insieme hanno dato vita ad un movimento che si autoproclama civico, chiamato “Movimento per il popolo” (Mișcarea pentru popor), del quale tuttavia non si conosce organigramma, leadership, modalità di finanziamento.
La creazione di un movimento civico che funga da grande ombrello per tutte le formazioni filorusse sarebbe servita proprio a mantenere segrete le fonti di finanziamento. Per legge, infatti, queste organizzazioni – a differenza dei partiti – non sono tenute a dichiarare quanto e come spendono i soldi necessari per i loro eventi. I rappresentanti del movimento dichiarano che tutte le loro attività sono essenzialmente a costo zero, realizzate solo grazie alla volontà degli aderenti.
La sezione moldava di Radio Europa Libera ha condotto un’inchiesta sul Movimento per il popolo, per scoprire come realmente porta le persone in piazza a manifestare. Un ruolo fondamentale è giocato dai social media, specialmente Facebook, dove profili anonimi condividono con grande frequenza link per petizioni antigovernative.
Dal momento che Șor non si trova in Moldavia, a rappresentare il suo partito è stata la deputata Marina Tauber, attualmente sotto inchiesta per aver falsificato i bilanci del partito presentati alla Commissione elettorale centrale, nonché per aver accettato finanziamenti da gruppi vicini alla criminalità organizzata.
Wizz air lascia la Moldavia
Proprio a causa della crescente situazione di instabilità e alle frequenti violazioni dello spazio aereo nazionale, la compagnia aerea ungherese Wizz Air ha annunciato di voler cancellare, dal 14 marzo, tutti i voli da e per la Moldavia. La motivazione ufficiale sarebbe proprio il timore per un possibile allargamento del conflitto.
La storia di Wizz Air e le modalità di comunicazione della notizia fanno tuttavia pensare che dietro alla scelta vi possano essere altre motivazioni. Dopo l’inizio della guerra, a differenza di tutte le altre compagnie, Wizz Air ha continuato a volare verso l’Ucraina incurante dei pericoli, prima di tagliare definitivamente i voli. In quel caso, dall’Ungheria non emerse nessuna preoccupazione legata alla sicurezza dei velivoli. Inoltre, sono le tempistiche a stimolare i sospetti. La data di inizio della cancellazione è il 14 marzo, più di due settimane dopo l’annuncio. E’ quindi passato il periodo in cui la compagnia è costretta per legge a pagare un indennizzo (oltre al rimborso) a chi aveva già comprato i biglietti.
L’ex primo ministro Ion Sturza ha addirittura paventato un possibile legame tra la scelta di Wizz Air e le posizioni filorusse di Viktor Orban. La cancellazione dei voli per la Moldavia si inserirebbe quindi nel più ampio contesto di destabilizzazione del paese, già più volte denunciato da Maia Sandu.
La Moldavia non va lasciata sola
La Moldavia si trova ad attraversare un delicatissimo momento politico, e non va lasciata sola. Altrimenti, il fragile equilibrio di interessi che regge il paese potrebbe spezzarsi, seminando confusione e favorendo un’instabilità utile solo ai profittatori locali e internazionali, siano essi oligarchi filorussi o il Cremlino stesso.
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immagine da Public Domain Vector