Veličković

SERBIA: Addio a Dušan Veličković, l’intellettuale ironico

Si è spento, lo scorso 5 gennaio, l’intellettuale serbo Dušan Veličković. All’età di 76 anni, la morte lo ha raggiunto a Belgrado, capitale della “sua” Serbia, le cui vicende storiche e politiche rappresentano il trait d’union dei suoi scritti, sempre raccontate attraverso quell’ironia dissacrante che lo costrinse addirittura ad abbandonarla per qualche anno.

La vita

Classe 1947, dalla sua formazione prettamente filosofica Veličković riesce a ricavare una carriera da intellettuale a tutto tondo: scrittore, giornalista, editore, regista. Collabora, sin dagli anni ottanta, con la rivista NIN, ed è proprio per via della sua attività giornalistica che si attira le antipatie del regime di Slobodan Milosević. L’opposizione lo costringe all’esilio, prima a Vienna, poi a Londra, fino al ritorno in patria nel 1993 con la nomina a direttore di NIN, testata indipendente e di stampo liberale. Sin troppo liberale, nel clima politico poco disteso della Serbia di allora, tanto che nel 1997 Veličković viene rimosso dal suo incarico e comincia quella che lui descrive come “una breve e molto personale storia di minacce”, citando alla lettera il titolo di una delle short stories che compongono la raccolta di Serbia Hardcore. Tra i suoi lavori, meritano una menzione anche Generazione Serbia e Balkan Pin Up.

Lo spirito critico

Proprio in Serbia Hardcore, pubblicata da Zandonai nel 2008, forse ancor più che in altre opere dell’autore, l’esistenza di Veličković cammina fianco a fianco con la storia della Serbia. Ad egli va il merito di aver saputo esprimere a parole la sua quotidianità, che di fatto incarnava la quotidianità di ogni belgradese durante gli attacchi aerei dell’alleanza atlantica sulla città, mentre scorreva scandita da bombe “intelligenti” nel cortile di casa e un regime sempre più opprimente e minaccioso. A suo dire, l’effetto paradossale sortito dagli attacchi della NATO fu quello di uniformare l’opinione pubblica, con l’immediata conseguenza di un patriottismo incapace di accettare un mercato multiforme delle idee. Questo però non impedì mai a Veličković di esprimere la propria opinione su quanto stava accadendo, il suo spirito critico non risparmiò né l’occidente libero né i regimi totalitari.

Una dipendenza dall’ironia

Non a caso uno dei protagonisti del suo romanzo Generazione Serbia (ed. Bottega Errante), uscito nel 2011 in patria con il titolo originale Bela, ćao!, afferma: “voglio essere ironico e non credere ai grandi destini”. Pur non essendo autobiografico, è impossibile non ravvisare alcuni elementi della vita dello scrittore nella storia della famiglia Kobac-Tomić. La vita della linea maschile della famiglia, volutamente messa in risalto rispetto a quella femminile dato che la società serba è stata (ed è) in larga parte patriarcale, si intreccia con le illustri figure storiche e letterarie del novecento serbo che scorrono sullo sfondo. Attraverso cent’anni di vita di una famiglia serba, il novecento è il vero tema del romanzo, e mette in luce la convinzione di Veličković secondo cui la grande storia ufficiale e le piccole esistenze individuali siano realtà complementari.

Divertire insegnando

Tuttavia, nell’apparente impotenza che l’individuo prova di fronte ai grandi eventi, reagire con una scrittura incapace di prescindere dall’ironia è uno modi migliori di influenzarli. Secondo Dušan Veličković, la figura dell’intellettuale critico e indipendente in un panorama culturale come quello balcanico, costantemente alla ricerca di una ricerca sicurezza ancorata a principi e simboli, è sempre più rara. Inoltre, egli credeva che un buon libro dovesse divertire e insegnare un qualcosa. Definirlo come uno degli ultimi intellettuali indipendenti del panorama balcanico, poco dopo la sua morte, significherebbe scadere in un patetismo che lui stesso diceva di odiare, ma siamo certi che le sue opere siano in grado di suscitare nei lettori divertimento e riflessione.

Photo: goodreads

Chi è Lorenzo Serafinelli

Classe 1999, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l'Università di Roma, la Sapienza. Attualmente, presso lo stesso istituto, sta conseguendo la laurea magistrale in Relazioni Internazionali e sicurezza globale. Esprime la sua passione per la storia e l'attualità dei Balcani Occidentali scrivendo per East Journal da luglio 2022.

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