Il 16 Febbraio, She Came to Me di Rebecca Miller (con Joanna Kulig, la co-protagonista di Cold War di Pawlikowski) apre una Berlinale con ormai consueta presenza di cinema est europeo, seppur ridimensionato.
Alla Berlinale, il festival del cinema della capitale tedesca, l’Est Europa ha sempre avuto una posizione di rilievo: in passato, ha ospitato l’ultimo film di Béla Tarr, Il Cavallo di Torino; nel 2021, molti dei premi principali sono stati ottenuti da opere dell’europa centro-orientale, incluso l’Orso d’Oro, ricevuto da Bad Luck Banging, or Loony Porn di Radu Jude.
Quest’anno a Berlino la selezione non include nomi importanti come in passato, nemmeno Cristi Puiu, il cui film mmxx sembrava quasi certo che atterrasse qui, com’è successo per Malmkrog – del resto, nell’ultimo decennio la Romania ha portato a casa il premio principale ben tre volte: oltre al già citato film di Jude, con Touch me not di Adina Pintilie ed Il Caso Kerenes di Calin Peter Netzer. Similmente a com’è accaduto a Venezia lo scorso Settembre, a Berlino il cinema dell’ex blocco orientale è stato relegato alle sezioni collaterali, come la Encounters, la Panorama o la Forum, ed è principalmente costituito da opere di registi alle prime armi. Tra i lavori di finzione, si segnalano il rumeno Mammalia, uno sperimentale racconto incentrato su un culto New Age, il film d’animazione di co-produzione ungherese-slovacca White Plastic Sky e The Cage is Looking for a Bird, film in lingua russa e che quindi costituisce forse un primo “ritorno” alla presenza di opere russe ai festival.
Non è tanto nella finzione quanto nel documentario che si sente la presenza dell’Est, soprattutto dell’Ucraina: innumerevoli sono i film che esaminano la guerra e la situazione attuale sotto molteplici punti di vista. Alcuni titoli da segnalare sono Superpower, il film co-diretto da Sean Penn che ritorna ai primi giorni dell’invasione, o In Ukraine del polacco Tomas Wolski, Iron Butterflies di Roman Lyubyi, già presentato al Sundance e che ricostruisce le indagini dell’abbattimento del volo della Malaysia airlines avvenuto nel 2014, e molti altri. Si prospetta quindi un festival che sceglie di raccontare l’Est con un’attenzione rivolta all’attualità.
Com’è avvenuto per le scorse edizioni di Cannes e Venezia, East Journal seguirà Berlino da vicino.