Per salvare il programma Erasmus, i ministri del governo Orbán hanno deciso di dimettersi dalle fondazioni che gestiscono le università.
I ministri del governo a guida Fidesz si ritireranno dai consigli d’amministrazione delle università. Lo annuncia Gergely Gulyás, capo di gabinetto del premier Viktor Orbán. La decisione è stata presa per cercare di salvare il programma Erasmus: la Commissione Europea aveva infatti annunciato da poco che, come conseguenza del taglio di fondi UE per violazione dello stato di diritto, 30 istituti superiori ungheresi (di cui 21 università) non avrebbero avuto più accesso ai programmi Erasmus e Horizon (quest’ultimo dedicato alla ricerca) a partire dal 2024.
Un passo indietro
I ministri ungheresi hanno quindi annunciato le proprie dimissioni dai consigli di amministrazione delle fondazioni che gestiscono 21 università ungheresi. Gulyás ha inoltre dichiarato che il governo si aspetta che anche tutti gli altri responsabili del governo, come segretari di Stato, commissari ministeriali e del governo, agiranno nella stessa maniera.
Se non altro, il passo indietro di ministri e funzionari mostra quanto sia profonda la penetrazione dei politici Fidesz nel mondo accademico ungherese. In soli tre anni, 34 università sono state cedute dallo Stato e affidate a queste fondazioni, tra i cui membri di rilievo spiccano personalità molto vicine al premier Orbán.
Il potere di queste fondazioni sulle università è enorme: oltre a decidere su sovvenzioni pubbliche, vita universitaria e patrimonio, la nomina dei consiglieri non ha scadenza. Il governo dovrà dunque cedere anche su questo punto, regolarizzando e limitando la durata dei contratti dei membri nei consigli d’amministrazione.
Il gioco si fa serio
Le dimissioni rappresentano senza dubbio un passo indietro rispetto alle accese dichiarazioni che avevano seguito quanto annunciato dall’UE: il governo ungherese, proprio tramite Gulyás, si era detto pronto a denunciare la Commissione alla Corte di giustizia europea se un accordo non avesse salvato i due programmi.
Dal canto suo, la Commissione sembra ormai decisa – molto più che in passato – a non sorvolare sulle ripetute infrazioni allo stato di diritto in Ungheria: il taglio del 55% dei fondi strutturali destinati al paese è ormai cosa certa. Il governo ungherese minimizza ma, come mostra l’affaire Erasmus, fa difficoltà a nascondere le sue inquietudini.
Foto: European Union 2012 EP/Pietro Naj-Oleari, Flickr