Con il 51.9% (204,680 voti), il centrista Nikos Christodoulides è il nuovo Presidente della Repubblica di Cipro, l’unico stato membro UE a regime presidenziale. Non passa al ballottaggio il candidato progressista Andreas Mavroyiannis.
Chi è il nuovo presidente di Cipro
Già ministro degli affari esteri (2018–2022) e portavoce del governo (2013–2018) dell’amministrazione presidenziale del predecessore Anastasiades, Nikos Christodoulides si era dimesso a sorpresa un anno fa, in dissenso con il leader del partito conservatore DISY Averof Neofytou, e pur senza una rodata macchina di partito alle spalle si era portato subito in testa alla corsa, anche grazie al suo appello trasversale. Arrivato in testa al primo turno lo scorso 5 febbraio, con il sostegno di DIKO e EDEK (socialisti), DIPA (liberali) e Movimento Solidale, Christodoulides ha saputo capitalizzare al ballotaggio anche i voti dei conservatori del suo ex partito DISY.
Lo sfidante Mavroyiannis, che presentava una visione progressista in economia, questioni sociali, e problema di Cipro, non è riuscito invece ad ampliare il suo bacino elettorale, oltre al sostegno ricevuto dal partito di sinistra AKEL e da Generazione Cambiamento.
Il programma di governo
Nel suo programma di governo, Christodoulides ha messo l’accento su collegare scuola e lavoro, la creazione di vice ministeri dell’immigrazione e dello sport, l’aiuto finanziario ai gruppi vulnerabili attraverso e programmi di alfabetizzazione finanziaria. Ha inoltre annunciato investimenti per la transizione digitale e verde, la riforma fiscale e delle pensioni, miglioramenti alla rete elettrica per aumentare l’uso di fonti energetiche rinnovabili e l’interconnessione elettrica di Cipro con Grecia, Israele ed Egitto. Inoltre, ha suggerito che il governo dovrebbe coprire il 100% dei costi per l’installazione di pannelli solari per le famiglie vulnerabili e il 50% per quelle non vulnerabili.
Christodoulides ha anche sottolineato il suo piano per rafforzare le relazioni di Cipro con l’UE, poiché secondo il candidato, l’UE è l’unica che possa aiutare a risolvere la questione della riunificazione di Cipro. Il neo-presidente ha proposto di nominare un inviato speciale UE per facilitare i negoziati. Tale proposta sarà di difficile attuazione, oltre che di dubbio impatto.
L’impatto sui negoziati per la riunificazione
Nonostante una certa sensibilità sociale, Christodoulides rappresenta un modello di destra con misure severe sull’immigrazione e la chiusura ai negoziati sulla riunificazione. Christodoulides contesta infatti alcuni punti del “modello Guterres” negoziato a Crans Montana.
La questione della riunificazione di Cipro non è stata al centro della campagna elettorale. “E’ la prima volta dal 1974 che c’è stato un periodo così lungo senza colloqui. Dal 2017, sia l’atmosfera che la situazione sul campo sono peggiorate drasticamente”, ha affermato al Guardian l’analista politico Christoforos Christoforou.
Sin dal fallimento dell’ultimo round di negoziati a Crans Montana e dall’elezione del nazionalista Ersin Tatar (vicino al presidente turco Erdogan) come leader turco-cipriota nel 2017, la società greco-cipriota sembra essersi rassegnata alla spartizione di fatto, cullati dalla relativa prosperità garantita dalla membership UE.
L’anno prossimo, nel 2024, si commemorerà il cinquantenario dell’invasione turca a seguito del golpe dei nazionalisti greco-ciprioti contro Makarios, e della divisione dell’isola di Cipro.
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