La premier Natalia Gavrilița ha annunciato le sue dimissioni. La svolta europeista della Moldavia, però, sarà confermata dal nuovo governo.
Il governo di Chișinău non ha retto alle pressioni di Mosca. Natalia Gavrilița, premier europeista, ha annunciato le sue dimissioni lo scorso 10 febbraio. Dal suo insediamento sono passati 18 mesi, periodo quasi interamente monopolizzato dalla guerra nella vicina Ucraina.
Il ruolo di Mosca
L’ormai ex-premier non ha direttamente chiamato in causa la Russia, ma è evidente che le sue dimissioni siano strettamente legate alla pressioni di Mosca. Poche ore prima l’annuncio, infatti, il ministro della Difesa moldavo ha dichiarato che un missile russo ha violato lo spazio aereo della Moldavia.
Si tratta dell’ultima di una serie di azioni che la Russia porta avanti ormai da decenni quando a Chișinău siede un governo non allineato al Cremlino.
Dallo scoppio della guerra, la Russia ha ad esempio finanziato le grandi proteste che hanno riempito le strade della capitale, guidate dall’oligarca Ilan Șor, nuova stella della politica moldava. Le proteste non si sono limitate a Chișinău ma hanno coinvolto anche la regione autonoma della Gaugazia, tradizionalmente filorussa. Il governo moldavo ha anche accusato Mosca di stanziare sempre più soldati in Transnistria, provincia separatista.
Gavrilița ha dichiarato a questo proposito che se il suo governo avesse avuto in casa lo stesso supporto goduto altrove in Europa, il paese avrebbe potuto avanzare più velocemente.
Mosca ha poi bloccato l’approvvigionamento di gas nel paese, dipendente al 100% dalle forniture russe, provocando quindi una severa crisi energetica. La crisi migratoria e quella inflazionistica hanno ulteriormente reso precaria la stabilità del piccolo paese.
Quo vadis, Moldavia?
Le preoccupazioni sono a tal punto aumentate che in Moldavia il dibattito pubblico ha iniziato a focalizzarsi sulla possibilità di rivedere il principio costituzionale di neutralità. Il ministro della difesa ha infatti chiesto ai partner occidentali sistemi più avanzati di monitoraggio e difesa aerea.
Vista la comoda maggioranza che gli europeisti della presidente Maia Sandu godono in parlamento (63 seggi su 101), quest’ultima ha nominato un nuovo premier, l’europeista Dorin Recean, poche ore dopo le dimissioni di Gavrilița. Attualmente consigliere per la sicurezza nazionale, il nuovo primo ministro sarà confermato da un voto parlamentare la prossima settimana. L’annuncio conferma la direzione europeista che la Moldavia ha scelto di intraprendere di recente, ribadita lo scorso anno dalla domanda di adesione all’UE, che a dicembre gli ha riconosciuto lo status di paese candidato.
Foto: dal profilo Facebook di Natalia Gavrilița