Aja Jugoslavia

Continua all’Aja l’ultimo processo del Tribunale penale per l’ex Jugoslavia

Il processo all’Aja ai capi dell’intelligence serba di Milošević conferma la responsabilità della Serbia nella dissoluzione della Jugoslavia…

 

Si è concluso il 25 gennaio il dibattimento orale nel processo d’appello all’Aja nel caso di Jovan Stanišić e Franko Simatović, già alti ufficiali dell’intelligence serba, condannati il 30 giugno 2021 a 12 anni di carcere ciascuno nel 2021 per i crimini commessi dai “berretti rossi“, paramilitari serbi in Bosnia Erzegovina direttamente organizzati e finanziati da Belgrado. È il primo verdetto che conferma la responsabilità della Serbia nelle guerre in Bosnia Erzegovina e Croazia.

I giudici del Meccanismo Residuale per i Tribunali Internazionali, che continua il processo dopo la chiusura formale del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia a fine 2017, hanno riconosciuto Stanišić e Simatović colpevoli di omicidio, deportazione, trasferimento forzato e persecuzione in quella che i pubblici ministeri hanno definito brutale “pulizia etnica” a Bosanski Samac nel 1992.

In appello, l’accusa ha chiesto pene più pesanti e il riconoscimenti di altri crimini, incluse per le loro azioni in Croazia. Secondo il procuratore Laurel Baig, i due hanno hanno monitorato l’addestramento dei paramilitari serbi in tutta la Bosnia Erzegovina e la Croazia  – tra cui gli Scorpioni e le Tigri di Arkan – e che i brutali crimini di Bosanski Samac riflettono uno schema utilizzato da mesi in tutta la Bosnia, incluse a Sanski Most e Doboj. Secondo la difesa, invece, Stanišić è stato “un importante pacificatore” e ha contribuito a porre fine ai conflitti nell’ex Jugoslavia.

Jovan Stanišić è stato a capo del servizio di sicurezza dello Stato del ministero dell’Interno serbo nel 1992-98. Franko Simatović ha comandato un’unità di forze speciali d’élite all’interno del Servizio di sicurezza dello Stato jugoslavo nel 1991-98.

Stanišić e Simatović sono stati arrestati nel 2003 e il loro primo processo è durato dal giugno 2009 al gennaio 2013. Alla prima assoluzione, ha fatto seguito nel 2015 la richiesta, accolta, di rifare il processo a causa di gravi errori fattuali e procedurali.

Nel verdetto di primo grado, i giudici dell’Aja hanno ritenuto Stanišić e Simatović colpevoli solo per le azioni delle unità di polizia segreta serba in Bosnia, ma non hanno ritenuto che potessero essere ritenuti responsabili di crimini commessi da altri gruppi paramilitari serbi in Bosnia. Il verdetto finale del tribunale dell’Aja nel processo d’appello è previsto per giugno 2023.

Come affermato a giugno 2021 da Iva Vukušić, docente all’Università di Utrecht e autrice di Serbian Paramilitaries and the Breakup of Yugoslavia (Routledge, 2023), il processo evidenzia le difficoltà della giustizia internazionale nel dimostrare la responsabilità di comando per le azioni di gruppi paramilitari che operano oltre confine, in maniera apparentemente indipendente. Una tattica usata dalla leadership serba al tempo di Milošević, ma anche in molti altri conflitti odierni, dalla Siria all’Ucraina. “Tale tattica permette di creare una plausible deniability, la possibilità di negare la responsabilità di comando in maniera plausibile, sostenendo di non aver nulla a che fare con le azioni di guerra. Ciò permette agli stati di farla franca, esternalizzando l’uso della violenza e sfuggendo alla responsabilità internazionale”.

Foto: IRMCT

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

Leggi anche

Robert Badinter, il giurista che mise ordine nella dissoluzione jugoslava

Scomparso a febbraio, il giurista mise fine alla pena di morte in Francia e portò ordine nella dissoluzione jugoslava. A 95 anni, aveva appena terminato un libro in cui si auspicava che Vladimir Putin fosse assicurato alla giustizia internazionale come Milosevic

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com