cirillico
Abolito il cirillico a Vukovar

CROAZIA: A Vukovar abolito l’uso ufficiale del cirillico

La città croata di Vukovar, nella Slavonia orientale, ha abolito l’uso dell’alfabeto cirillico nei documenti ufficiali, considerato un diritto della minoranza serba. All’ultimo censimento il numero dei residenti di etnia serba è sceso sotto la soglia del 30% prevista dalla legge per rivendicare l’uso della propria lingua madre.

Il decreto comunale

Il 29 dicembre scorso il consiglio comunale di Vukovar ha eliminato dallo statuto cittadino la disposizione sull’uso ufficiale della lingua serba e dell’alfabeto cirillico. Secondo i dati del censimento tenutosi nel 2021, il numero di serbi che vivono nella cittadina è al 29,73% della popolazione, scendendo al disotto di un terzo del totale degli abitanti, soglia limite per l’uso paritario ufficiale della propria lingua e scrittura secondo la legge sulle minoranza e l’articolo 12 della Costituzione croata.

Hanno votato a favore i consiglieri comunali del Movimento Patriottico (DP, partito nazionalista e populista fondato da Miroslav Škoro nel 2020 e di cui il sindaco di Vukovar Ivan Penava è ora presidente), dell’Unione Democratica croata (HDZ, partito che esprime il primo ministro della Croazia Andrej Plenković), dei Sovranisti croati (HS, partito di destra di Marian Pavliček), e il presidente del consiglio comunale, Zeljko Sabo. Hanno invece votato contro tre consiglieri, tutti della minoranza serba: due del Partito Democratico Indipendente serbo (SDSS) e uno dell’Alleanza democratica dei Serbi (DSS).

Le reazioni del mondo politico locale

Il vicesindaco di Vukovar Srdjan Kolar, presidente della SDSS locale, ha reso noto che l’emendamento proposto dal suo partito per garantire il diritto da parte della comunità serba di utilizzare la propria lingua e il proprio alfabeto nelle comunicazioni istituzionali pubbliche è stato respinto. Così come sono state respinte – sempre secondo Kolar – altre proposte del suo partito volte a garantire il diritto di rappresentanza della minoranza serba nelle aziende pubbliche, nelle istituzioni e nei consigli di amministrazione 

Secondo Srđan Milaković, consigliere comunale a Vukovar e presidente del DSS, l’abolizione del bilinguismo è l’ennesima dimostrazione di come i diritti della minoranza serba vengono applicati “col contagocce” da parte delle istituzioni croate. Nella stessa dichiarazione ufficiale del DSS, viene criticato anche lo scarso rispetto dei diritti umani da parte della Croazia, “sempre più vicina all’Europa a livello istituzionale, ma non civile”.

Il bilinguismo a Vukovar

L’uso ufficiale dell’alfabeto cirillico a Vukovar è questione assai controversa da anni, una delle tante cicatrici lasciate dopo la devastazione compiuta nel 1991, quando la città venne rasa al suolo dall’esercito popolare jugoslavo e dai paramilitari serbi. Durante i negoziati per l’adesione all’UE, nel 2009, HDZ e SDSS concordarono di introdurre ufficialmente l’alfabeto cirillico a Vukovar, incontrando però le proteste dell’allora sindaco socialdemocratico Željko Sabo, il quale respinse la proposta per mancanza dei requisiti legali.

Il censimento 2011 confermò che i serbi a Vukovar superavano il 33%,sancendo il loro diritto al bilinguismo. Nei due anni successivi, con il governo di centrosinistra di Zoran Milanović, cominciarono ad essere apposti i cartelli bilingui sugli edifici dei vari enti pubblici. L’opposizione, guidata allora dall’HDZ, cavalcando la furia dei veterani croati, organizzò la distruzione delle insegne con il doppio alfabeto: “prima il cirillico arrivava a Vukovar sui carri armati, ora arriva protetto dalle forze di polizia”, dichiarò all’epoca il leader dei veterani Tomislav Josic. L’affissione dei cartelli col doppio alfabeto venne pertanto sospesa e nel 2014 la Corte Costituzionale stabilì che le autorità locali valutassero anno per anno le condizioni per l’utilizzo o meno delle insegne bilingui. 

Nell’agosto 2015 Vukovar modificò il proprio statuto comunale stabilendo che i diritti collettivi della minoranza serba dovessero essere garantiti “una volta soddisfatte le condizioni per la loro attivazione”. Sullo stesso tema, nel luglio 2019 la Corte costituzionale croata stabilì di estendere a Vukovar l’uso della lingua serba e della scrittura cirillica per scopi ufficiali.

Vukovar città spezzata

La questione del cirillico a Vukovar è più politica che culturale. Fino al deflagrare della guerra, l’utilizzo dell’alfabeto cirillico (tra l’altro in uso nelle scuole elementari jugoslave fino al terzo anno di studi) era tollerato anche dalla popolazione croata. Pur non essendo ufficialmente utilizzata in Croazia, la scrittura cirillica fu sempre presente nel tessuto sociale misto della città. Ma la guerra travolse ogni cosa. L’urbicidio di Vukovar da parte dell’ex esercito popolare jugoslavo e delle forze serbe durò 87 giorni: la città subì distruzioni pesantissime e migliaia di civili furono falciati dalla ferocia di quel tragico periodo.

Nella memoria collettiva, Vukovar è ricordata come città martire e prima vittima delle guerre seguite alla disgregazione della Jugoslavia negli anni ’90. Un’eredità ingombrante, che ancora oggi cambia le sue sfumature in base alla lingua con cui viene raccontata: come se, latino o cirillico che sia, il dolore che ancora sprigiona da questa eredità non fosse un linguaggio universale.

Foto: Srpska info, Dimitrijevic/Ringier

Chi è Paolo Garatti

Storico e filologo, classe 1983, vive in provincia di Brescia. Grande appassionato di Storia balcanica contemporanea, ha vissuto per qualche periodo tra Sarajevo e Belgrado dove ha scritto le sue tesi di laurea. Viaggiatore solitario e amante dei treni, esplora l'Est principalmente su rotaia

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