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UCRAINA: Aggirato il veto ungherese, l’UE stanzia 18 miliardi per Kiev nel 2023

Sabato 10 dicembre il Consiglio UE ha raggiunto un accordo per garantire i necessari aiuti finanziari all’Ucraina per il prossimo anno. La proposta sarà presentata al Parlamento europeo nei prossimi giorni.

“L’Ucraina può contare sull’UE. Continueremo a sostenere l’Ucraina, anche finanziariamente, finché sarà necessario“, ha affermato il ministro delle finanze ceco Zbyněk Stanjura.

A maggioranza qualificata, i 27 hanno concordato sabato che l’assistenza macrofinanziaria all’Ucraina potrà essere garantita da debito comune – in caso Budapest abbandoni il veto – oppure da garanzie nazionali, che non necessitano di unanimità. La soluzione trovata permette di aggirare il veto ungherese e garantire in ogni caso a Kiev i 18 miliardi di  euro in prestiti agevolati (a tassi più bassi di quelli dei mercati internazionali) necessari a rifinanziare il bilancio dello stato ucraino.

“La legislazione che abbiamo adottato oggi significa che l’Ucraina può contare su un aiuto finanziario regolare da parte dell’UE per tutto il 2023“, ha  Stanjura.

L’Ungheria ha mantenuto bloccati gli aiuti all’Ucraina come ricatto in modo che i suoi partner europei non congelassero i suoi fondi europei a causa di violazioni dello stato di diritto. Budapest sta per vedersi congelare 7,5 miliardi di euro di fondi UE dopo aver mancato di completare una serie di riforme riparatorie, come promesso.

La proposta della Commissione e i veti ungheresi

La Commissione europea aveva presentato lo scorso 9 novembre un pacchetto di aiuti da 18 miliardi per aiutare l’Ucraina a fianziare i servizi pubblici essenziali, mantenere la stabilità macroeconomica e ripristinare le infrastrutture critiche distrutte dagli attacchi russi. La proposta della Commissione prevedeva di garantire il prestito attraverso l’emissione di debito comune dell’UE, come avvenuto per il fondo di ripresa economica post-pandemia (PNRR).

Ma l’Ungheria aveva messo il veto alla proposta. Il governo di Budapest ha affermato di non avere obiezioni in linea di principio al prestito per l’Ucraina, ma ha sostenuto che l’assistenza avrebbe dovuto essere garantita dai contributi degli stati membri, come già avvenuto per il 2022, anziché da debito comune.

Il no ungherese al sostegno finanziario per Kiev era una contromossa per provare a uscire dalla situazione difficile in cui si trova oggi Budapest. L’UE ha bloccato o proposto di congelare più di 13 miliardi di euro per l’Ungheria a causa dell’arretramento democratico del paese e dell’incapacità di controllare adeguatamente l’uso dei fondi UE. Il governo Orban ha fatto sapere che avrebbe legato lo sblocco di parte del suo denaro all’approvazione del piano della Commissione per l’Ucraina. Ma tale mossa aveva invece causato le ire degli altri stati membri, tra cui la Polonia – alleato storico di Orban, ma anche in prima linea nel sostegno all’Ucraina.

Nessun accordo al consiglio ECOFIN di martedì 6 dicembre

Martedì 6 dicembre, i ministri delle finanze del 27 hanno dovuto rinviare il voto sul sostegno finanziario a Kiev, ma anche sul congelamento di 7,5 miliardi di euro di fondi UE per Budapest e sull’accesso di Budapest a quasi 11 miliardi di euro di fondi per la ripresa dalla pandemia. E’ stata rimandata anche la decisione sull’attuazione da parte dell’UE dell’accordo internazionale per creare una tassa minima del 15% sulle grandi imprese, un’altra proposta a cui l’Ungheria si oppone. Il gioco su due tavoli dell’Ungheria ha causato rabbia nelle altre capitali europee.

“È deplorevole che oggi non abbiamo preso alcuna decisione sull’aiuto finanziario vitale per l’Ucraina. E’ responsabilità dell’Ungheria se non abbiamo potuto esprimere solidarietà attraverso il nostro aiuto finanziario “, ha affermato il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner dopo l’incontro. “Questa è una guerra in cui vengono difesi anche i nostri valori e interessi europei”.

E oltre alle questioni interne, pesa anche la chiara distanza di Budapest rispetto agli altri paesi membri sulla risposta all’invasione russa in Ucraina. Il governo di Orban ha in varie occasioni bloccato significative sanzioni energetiche contro la Russia, ha rifiutato di consentire la consegna di armi attraverso l’Ungheria e ha firmato accordi di fornitura energetica con il Cremlino, mentre Orban stesso mantiene rapporti cordiali con il presidente russo Vladimir Putin.

Anche Valdis Dombrovskis, Commissario europeo all’economia, ha espresso la sua frustrazione. “Ho visto con i miei occhi quanto sia disperata la situazione. Dobbiamo effettuare un primo pagamento il mese prossimo in modo che l’Ucraina possa sopravvivere all’inverno“, ha affermato su Twitter. “Non c’è alternativa, troveremo un modo.” E il modo è stato trovato entro fine settimana.

Aggiornamento: Al Consiglio UE del 13 dicembre, l’Ungheria ha sollevato il veto sull’uso del debito comune per finanziare i prestiti all’Ucraina, nel contesto di un pacchetto di misure che riguardano anche i fondi strutturali e di ripresa post-pandemia al regime di Orban, la cui economia è all’orlo del collasso.

Foto: @vonderleyen

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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