I presidenti polacco e lituano, Andrzej Duda e Gitanas Nausėda, si sono incontrati a Varsavia il 10 novembre scorso per il secondo Consiglio dei presidenti di Polonia e Lituania. Nel corso dell’incontro, volto ad approfondire i temi legati alla difesa e alla sicurezza dei due paesi, i leader hanno potuto discutere degli attuali problemi di natura difensiva ed energetica, consolidare e potenziare la cooperazione bilaterale tra i rispettivi governi e confermare la volontà di collaborare per difendere la parte più orientale dell’Europa dal riemerso e incontrollato imperialismo russo.
La questione militare: collaborare per proteggere il fronte orientale
Nel corso dell’incontro, i leader hanno rivolto particolare attenzione alla necessità di proteggere i territori più orientali dell’Europa dall’aggressore russo: entrambi hanno affermato di volersi impegnare ulteriormente per sviluppare un apparato difensivo in grado di proteggere dalle mire espansionistiche del Cremlino non solo i propri confini nazionali ma tutto il fianco orientale dell’Europa. A questo scopo, è stata confermata e ribadita la decisione, presa a seguito dell’invasione dell’Ucraina del febbraio scorso, di revisionare la spesa militare che in Lituania rappresenterà il 2.52% del PIL, e in Polonia si aggirerà attorno 3-4% del PIL, per un investimento totale tra i 21 e 28 miliardi di dollari. Gli sforzi di Vilnius e Varsavia, però, hanno ricordato i due leader, dovranno essere accompagnati da un crescente impegno dei paesi NATO che dovrà tradursi, in particolare, nel miglioramento delle capacità di difesa aerea dell’Alleanza Atlantica. “La Lituania sta facendo e farà il possibile per aiutare l’Ucraina”, ha affermato il presidente Nauseda durante il Consiglio, “ma non dobbiamo impegnarci solo noi. Aiutarla deve essere una priorità assoluta per tutti”. Il più grande timore dei due capi di stato, infatti, sembra essere quello di assistere con il passare del tempo ad un graduale disimpegno e disinteresse da parte dei membri della NATO che potrebbe risultare fatale di fronte alle politiche aggressive del Cremlino.
La legittima preoccupazione dei due leader potrà essere placata soltanto nel corso del prossimo summit dell’Alleanza Atlantica previsto per il 2023 a Vilnius. In quell’occasione gli alleati potranno discutere delle future strategie da adottare per contrastare la politica estera aggressiva russa e confermare la propria volontà di impegnarsi al fine di proteggere il fronte orientale.
La questione energetica: liberi dal giogo russo
Un altro tema di particolare rilevanza affrontato a Varsavia è quello della sicurezza energetica. L’aumento delle sanzioni volte a contrastare l’avanzata russa in Ucraina, infatti, è stato accompagnato dalla decisione del leader russo di utilizzare l’approvvigionamento energetico come strumento geopolitico per ottenere favori o “sconti di pena” da parte della comunità internazionale mettendo a rischio l’approvvigionamento energetico dei paesi che rifornivano le proprie riserve di gas da Mosca nel bel mezzo della stagione fredda. L’incertezza legata alla fornitura di energia, accompagnata dagli extra costi che i Paesi, e i cittadini, si sono trovati a dover affrontare dal febbraio scorso, hanno aumentato la consapevolezza della comunità internazionale di dover adottare strategie per ridurre una volta per tutte la dipendenza energetica da Mosca.
A tal fine, durante il summit, i capi di stato hanno voluto riconfermare la volontà, da una parte, di supportarsi a vicenda nell’acquisto del gas e nell’accesso alle riserve energetiche presenti sul suolo lettone, e dall’altra di coinvolgere nelle iniziative volte al raggiungimento dell’autonomia energetica anche gli altri membri della Three Seas Initiative (dodici paesi che si trovano tra il mar Baltico, Nero e Adriatico). Insomma, l’interruzione del monopolio energetico russo è per Duda e Nauseda un obiettivo di fondamentale importanza e lo dimostra l’attivazione dal maggio scorso del GIPL (Gas Interconnection Poland-Lithuania), un gasdotto lungo 508 chilometri che collega Polonia e Lituania e che, secondo l’ex ministro dell’economia lituano, Dainius Kreivys, garantirà ai paesi una maggiore flessibilità, sicurezza e affidabilità dell’approvvigionamento energetico.
La questione moldava
Infine, per quanto riguarda la questione moldava, i due leader hanno sottolineato la volontà comune di supportare l’integrazione di Chisinau nell’Unione Europea per contrastare i tentativi di avvicinamento della Russia di Putin. Le ingenti spese per l’energia che il paese sta affrontando, infatti, stanno gravando sull’intero budget governativo e stanno causando un diffuso malcontento tra la popolazione moldava. Il timore del governo di Natalia Gavrilița e dei paesi UE è che il malcontento si traduca prima in un diffuso scetticismo riguardo alla convenienza di supportare la comunità internazionale nella lotta contro il regime russo, e poi, in un avvicinamento della popolazione a Mosca.
La Commissione europea, consapevole dell’importanza di fornire un appoggio non solo morale ma anche economico al paese di Maia Sandu, ha fatto un passo in questa direzione elaborando un piano di supporto energetico per un totale di 250 milioni di euro in prestiti e sovvenzioni che garantirà al paese, da una parte, di far fronte agli elevati costi per l’energia e, dall’altra, di dimostrare alla popolazione la vicinanza dell’UE in un periodo tanto delicato.
Insomma, l’incontro dei leader polacco e lituano è servito a confermare e sottolineare la volontà congiunta di difendere non solo la propria indipendenza ma anche quella dell’intero fronte orientale che, oggi più che mai, è messa a rischio da un riemerso ed imprevedibile imperialismo russo. “Sosteniamo le nazioni che lottano per la loro indipendenza e per principi democratici” hanno concluso Duda e Nauseda che sperano di terminare il prossimo summit NATO consapevoli di avere al proprio fianco alleati disposti a fornire un costante e duraturo impegno contro il riemerso imperialismo della Russia di Vladimir Putin.
Foto: Profilo facebook del Presidente Andrzej Duda