Seppure nella coerenza di un atteggiamento ostile a Putin e fedele alla NATO condiviso da tutta la Nazione, in Polonia l’irritazione dell’opposizione per l’eccessiva accondiscendenza del governo nei confronti degli Stati Uniti – ultimamente – sta crescendo sempre più. La Gazeta Wyborcza ha pubblicato la notizia che l’ex capo dell’intelligence polacca, Zbigniew Siemiątkowski, non andrà a processo per aver mantenuta segreta l’esistenza di una prigione della CIA sul territorio nazionale negli anni 2002-2005. Il Ministro della giustizia, quando il caso scoppiò, era Zbigniew Ziobro, che non si addentrò nella questione; tornato ministro dopo il 2015, Ziobro ha accordato la sospensione dell’indagine ed ora – a quanto si apprende – avrebbe evitato a Siemiątkowski di andare a processo.
La prigione della CIA a Stare Kiejkuty, nel voivodato di Varmia-Masuria a nord della Polonia, viene creata dopo l’11 settembre 2001. Amnesty International ha raccolto in una pagina tutti i dati relativi a quell’operazione, durante la quale i prigionieri vengono trattenuti illegalmente e torturati. Si tratta di uno dei cosiddetti buchi neri, ovvero le prigioni gestite in gran segreto dalla CIA in tutto il mondo ed anche in Europa. Gli Stati Uniti non hanno mai indicato i responsabili degli atti illegittimi intervenuti; mentre i paesi europei, dal canto loro, non hanno condotto indagini in linea con gli standard internazionali sui diritti umani. Secondo il Washington Post la Polonia avrebbe ricevuto 15 milioni di dollari dagli Stati Uniti per il mantenimento e la gestione della prigione di Stare Kiejkuty; un’indagine nel merito dura dal 2008 ma, come detto, è coperta dal segreto di stato e finora non ha portato a nulla.
Come si può facilmente evincere, la questione trascende l’episodio della prigione “impiantata” dalla CIA: ne va, anzitutto, della sovranità nazionale polacca e dell’osservanza di regole di civiltà che rigettano in ogni caso la tortura. L’esclusione del processo per Siemiątkowski ha trasmesso a parte dell’opinione pubblica la sensazione di un Paese trattato come colonia, troppo spesso ciecamente allineato all’indirizzo della politica estera statunitense. Anche su questa base, per la prima volta da lungo tempo l’opposizione del PO di Tusk risulta davanti nei sondaggi al PiS di Kaczyński.