spaventare Occidente

RUSSIA: Atomica, gas e diplomazia per spaventare e blandire l’Occidente

Spaventare l’Occidente

La situazione militare per la Russia è molto difficile su tutti i fronti: l’esercito ucraino avanza sia a nord di Kherson sia nella regione di Lugansk dove presto saranno minacciate Severodonetsk e Lysychansk, conquistate durante l’estate con pesanti perdite umane e dissennato spreco di munizioni. Secondo l’intelligence britannica, l’esercito russo deve fronteggiare una drammatica scarsità di munizioni e rifornimenti, oltre che un depauperamento di effettivi dovuto alle ingenti perdite. Di fronte a una situazione così difficile sul campo, il paese aggressore sta dando fondo a tutte le proprie capacità di guerra ibrida, nel tentativo di manipolare l’opinione pubblica occidentale; si tenta di dividere il campo europeo scatenando paure di vario genere, avendo compreso che di fronte all’unità dell’Occidente presto la Russia, oltre che un paria politico, sarà un paria anche economico: oltre alle sanzioni e alla prospettiva di perdere il proprio principale mercato energetico, la disgregazione della società russa causata dalla mobilitazione forzata inizia solo ora a produrre i suoi danni, con centinaia di migliaia di uomini sottratti con la forza al lavoro per essere inviati al fronte, senza contare le centinaia di migliaia fuggiti all’estero.

Atomica, gas, diplomazia: i tre inganni di Mosca

L’obiettivo è ora quello di terrorizzare l’Occidente, nel tentativo di sottrarre consenso ai governi nel sostenere l’Ucraina; le direttive sono tre: velata minaccia di uso delle armi nucleari; cessazione totale delle forniture di gas con conseguenti aumenti dei prezzi; e formali aperture diplomatiche, senza alcuna vera intenzione di pace, ma con l’obiettivo di prendere tempo e accusare la parte ucraina di sottrarsi alle trattative. L’illusoria speranza del Cremlino risiede negli sventurati riservisti chiamati alle armi, oltre che nei criminali reclutati nelle carceri, ma senza adeguata preparazione e armamento potranno ben poco in una guerra sempre più tecnologica.

Col pretesto di Kerch

Prendere tempo illudendo e dividendo l’Occidente, questo sembra l’obiettivo attuale della Russia, mentre continuano i bombardamenti indiscriminati sui civili ucraini. Il ritorno al comando delle operazioni del generale Surovikin, definito “macellaio della Siria”, ha portato immediatamente, secondo il suo costume tattico, a un’ondata di bombardamenti sulle infrastrutture energetiche dell’Ucraina, oltre che sui civili, prendendo a pretesto l’esplosione che ha causato la parziale interruzione del ponte di Crimea a Kerch. Le informazioni dell’intelligence mostrano che il selvaggio bombardamento del centro di Kiev, presso l’Università, il Park Shevchenko, il ponte pedonale, oltre che di molte altre località, tra cui la martoriata Zaporizhia, erano stati decisi prima dell’esplosione sul ponte, dunque rispondevano a un preciso intento terroristico volto a saziare l’opinione pubblica russa di fronte ai rovesci militari.

Subito, sul primo canale della tv di stato russa, la sanguinaria conduttrice Skabeeva ha mostrato in prima serata con soddisfazione il felice esito del bombardamento sui civili inermi di Kiev, fonte di orgoglio per una dirigenza priva ormai di qualsiasi pudore o vergogna.

Allo stato delle cose, l’autocrate del Cremlino, con il riconoscimento farlocco delle province ucraine nemmeno conquistate di Kherson e Zaporizhia, si è bruciato alle spalle ogni ponte realistico di trattativa, sia verso l’Ucraina e l’Occidente, sia verso la propria ottusa opinione pubblica, che difficilmente accetterebbe una marcia indietro. Dunque l’unica via d’uscita, secondo gli strateghi dell’aggressore, sarà la paura, per l’Occidente, e il bombardamento indiscriminato, per l’Ucraina, contando sul fatto che l’armamento nucleare difenderà per sempre la dirigenza da un giusto processo per crimini di guerra. Il problema per l’aggressore è che il tempo non gioca a suo favore, e che la concreta situazione sul campo si sta deteriorando a suo discapito, sempre più rapidamente.

Foto da war.ukraine.ua rilasciata dalla polizia di stato ucraina

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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