Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha annunciato sabato 27 agosto che non avrebbe permesso la tenuta di EuroPride 2022, settimana continentale dell’orgoglio LGBTIQ+ prevista per il 12-18 settembre nella capitale Belgrado. Gli organizzatori dell’evento hanno denunciato la decisione e hanno promesso di andare avanti a prescindere.
Durante una conferenza stampa, Vucic ha affermato che l’evento di quest’anno sarà “rinviato o annullato” a causa delle “recenti tensioni con la sua ex provincia del Kosovo”, nonché di questioni relative alla sicurezza energetica e alla sicurezza alimentare. “Semplicemente, a un certo punto, non puoi gestire tutto“, ha detto. “Non sono contento, ma non ce la facciamo”; l’evento potrebbe tenersi “in un altro momento, più felice”. “Questa è una violazione dei diritti delle minoranze”, ha riconosciuto Vucic, “ma in questo momento lo Stato è messo sotto pressione da numerosi problemi”.
Il governo serbo ha in seguito affermato che “non ci sono le condizioni per tenere l’EuroPride 2022 in sicurezza“, aggiungendo – ma senza fornire dettagli – che “alcuni gruppi estremisti potrebbero abusare dell’evento e della volontà della Serbia di ospitarlo per aumentare le tensioni e portare la Serbia all’instabilità”, come riporta ABC.
Gli organizzatori di EuroPride hanno ricordato come sia compito del governo garantire la sicurezza dell’evento contro chiunque lo minacci. “Il presidente Vucic non può cancellare l’evento di qualcun altro“, ha affermato la presidente degli organizzatori dell’EuroPride Kristine Garina.
Organizzatori e gruppi per i diritti civili hanno affermato che una cancellazione violerebbe i loro diritti alla libertà di assemblea e di libera espressione, sanciti dalla Costituzione serba e protetti dalla legislazione europea sui diritti umani. Gli organizzatori hanno detto che la parata andrà avanti comunque, contro qualsiasi divieto “illegale”.
L’organizzatore di EuroPride 2022 Marko Mihailovic ha affermato alla BBC che “lo stato non può cancellare EuroPride” e qualsiasi tentativo in tal senso sarebbe una “chiara violazione della costituzione”. Gli organizzatori si aspettano che il governo serbo, guidato da Ana Brnabic – prima premier donna e lesbica della Serbia – onori la promessa di sostenere l’evento, fatta durante la candidatura di Belgrado ad ospitare EuroPride 2022. Brnabic è stata riconfermata da Vucic al premierato nel corso della stessa conferenza stampa di sabato.
L’attivista belgradese Goran Miletic ha ricordato al New York Times come Belgrado ha battuto Barcellona e Dublino per organizzare l’evento, che considera una pietra miliare per la comunità LGBT in Serbia e in tutti i Balcani: “EuroPride è importante perché aumenta la visibilità della comunità in quel paese”, ha affermato. Secondo Miletic, il governo non ha avvertito della decisione gli organizzatori, che sono pronti a una battaglia legale contro ogni divieto formale di marcia da parte della polizia. Già una decina d’anni fa, le corti hanno stabilito che i precedenti divieti al Pride erano incostituzionali. Secondo Miletic, gli eventi al chiuso pianificati come parte della settimana di EuroPride non possono essere vietati dalle autorità. “Il diritto di tenere il Pride è stato dichiarato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo un diritto umano fondamentale”.
Più di 15.000 persone sono attese da tutta Europa nella capitale sul Danubio, per un programma di conferenze, film e mostre di opere di artisti provenienti da tutti i Balcani occidentali, che sarebbe culminato con una marcia del Pride.
La preparazione dell’evento aveva suscitato proteste in Serbia. Deputati di estrema destra e religiosi della Chiesa ortodossa serba hanno portato in piazza migliaia di manifestanti. Il vescovo ortodosso della regione del Banato, Nikanor Bogunovic, ha affermato che l’evento avrebbe profanato la capitale. “Maledirò tutti coloro che organizzano e partecipano a una cosa del genere”, ha detto Bogunovic l’11 agosto, secondo Orthodox Times. “E’ quanto posso fare. Se avessi una pistola, la userei, userei questo potere se ce l’avessi, ma non ce l’ho”.
Non è quindi una sorpresa che sabato la Chiesa ortodossa serba abbia salutato l’annuncio di Vucic, sostenendo che il Pride serve “a promuovere l’ideologia LGBT imposta all’Europa e al cosiddetto mondo occidentale in generale”. La chiesa ha anche affermato che tenere l’evento alimenterebbe solo le divisioni interne del paese durante una crisi in Kosovo. Lo stesso giorno, Vucic ha concluso un accordo col premier kosovaro Albin Kurti in cui la Serbia per la prima volta riconosce i documenti d’identità emessi dalla Repubblica del Kosovo.
Vari eurodeputati hanno espresso sostegno agli organizzatori dell’EuroPride. Terry Reintke, presidente dell’intergruppo LGBT al Parlamento europeo, ha affermato “Saremo lì per EuroPride tra 3 settimane e marceremo con v0i per le strade di Belgrado. La libertà d’assemblea è un diritto fondamentale”.
Foto: coe.int