Alla serata finale del Festival del Cinema Albanese viene proiettato Hive, film del Kosovo premiatissimo e importante.
Il cinema del Kosovo e le donne
Una curiosa coincidenza nel cinema del Kosovo dello scorso anno è la presenza, quasi contemporanea, di tre opere disgiunte che raccontano di una donna e del suo conflitto con una casta maschile dominante, o perlomeno con un sessismo intrinseco della società: Në kërkim të Venerës (Alla ricerca di Venera) di Norika Sefa racconta della maturazione di un’adolescente, Vera andrron detin (Vera sogna il mare) di Kaltrina Krasniqi di una signora anziana che, in seguito alla morte del marito, si autodetermina per mantenere la proprietà di una casa. Hive di Blerta Basholli si pone in mezzo agli altri due film, rappresentando una giovane donna adulta nel vivo della sua indipendenza.
Un doppio intento
Si può descrivere Hive utilizzando due sinossi, diverse fra loro ma entrambe vere: può essere descritto ugualmente come un lungometraggio che segue le vicende di una vedova del Kosovo che avvia un’attività per superare la perdita del marito scomparso durante il conflitto, così come il racconto di una donna che combatte contro il maschilismo intrinseco nella sua società. Hive è entrambe le storie, il cui filo rosso comune è segnato dalla scia dell’ajvar, il noto sugo diffuso nei Balcani e che è la merce che la protagonista produce. Inoltre, pur essendo un’opera di finzione, è basata su una storia vera.
La condizione femminile
Ciò che colpisce in Hive è la presenza di una disparità che si esprime in aspetti quotidiani che si riscontrano inaspettatamente nell’ambiente rurale, ma comunque europeo dei primi anni duemila. Un esempio eclatante è come viene malvisto dai locali il fatto che la protagonista guidi e possegga una macchina. Chiaramente c’è l’intento di denuncia, in un film come Hive che si sofferma apertamente sulle difficoltà della condizione femminile nel mondo rurale, ma si sottolinea apertamente una distinzione tra il rurale ed il cittadino, dove l’impresa della protagonista è accolta più positivamente.
Nel rurale si forma un vero e proprio paradosso: alle donne pare essere quasi vietato il lavoro, ma al contempo molte di loro sono vedove e non vi è la presenza di un uomo che possa aiutarle. Così, anche il tentativo di superamento del lutto della protagonista può essere identificato come una forma di emancipazione dall’influenza di una figura maschile, il marito defunto, che la tormenta con la sua assenza.
Il successo
Hive ha sorpreso al Sundance Film Festival, dove ha ottenuto, per la prima volta nella storia del la manifestazione, tutti e tre i premi più importanti della sezione internazionale: gran premio della giuria, miglior regia e premio del pubblico. Pur essendo stato selezionato per la shortlist degli oscar al miglior film internazionale, non ha ottenuto una candidatura, ma ciò non toglie la rilevanza di un’opera prima della giovane regista Blerta Basholli, che ha saputo conquistare subito il pubblico di tutto il mondo.