Vladimir Solov’ëv, il propagandista
Anni e anni di persuasione occulta; anni e anni, ogni giorno, a ripetere, fino allo sfinimento: ucraini fascisti, ucraini nazisti, la Giunta di Kiev, la giunta fascista, ucraini dovete essere puniti: insulti continui ai poveri giornalisti ucraini, ospitati soltanto per essere insultati e ridicolizzati; un meccanismo perverso, una macchina maligna che per anni ha seminato nelle menti e nei riflessi condizionati dei telespettatori russi l’associazione automatica dell’Ucraina con il fascismo, un fascismo inesistente nella realtà ma costruito meccanicamente nelle coscienze, come un dato di fatto indubitabile, secondo cui qualunque menzogna, ripetuta con sicurezza e autorità un certo numero di volte, diventa automaticamente verità. Questa è stata l’opera del propagandista di regime Vladimir Solov’ëv, che dagli schermi di Rossia 1 ha spinto per anni un intero popolo sulla via dell’odio e del male.
Se ci sarà una Norimberga del regime, o una sanguinosa chistka, una radicale pulizia interna, questi sarà il primo responsabile del sangue versato in Ucraina, dai suoi padroni e sodali, che per i suoi servizi gli hanno elargito auto di lusso tedesche e ville sul lago di Como.
Un uomo, davanti alle fosse comuni di Bucha, filmando i cadaveri col cellulare gli ha urlato: “Solov’ëv, guarda la tua opera, questo è merito tuo, per tutto l’odio che hai seminato verso il popolo ucraino!”. La protervia nella menzogna e nella minaccia verso l’occidente proseguono ora, nei giorni della guerra, con la rabbia malcelata per il sequestro delle sue ville, con un ringhio di vendetta nell’insulto, verso gli italiani, gli americani, gli inglesi, tutti coloro che minacciano il sogno del suo padrone, di prendersi l’Ucraina e distruggerne nuovamente l’identità, la cultura e la libertà, come in epoca sovietica, distruggerne la democrazia e ricondurla sotto il proprio regime, dove esiste ormai solo corruzione e sottomissione al potere, con un potere giudiziario asservito e una stampa soffocata, con propagandisti e lacchè nei ruoli più in vista.
Le pallide benché rumorose controfigure di Solov’ëv, Margarita Simonyan e Olga Skabeeva, proseguono in altri orari e canali la sua propaganda senza vergogna, sollevando gli spettatori all’odio, verso tutto ciò che si oppone ai loro proprietari, ovvero l’Ucraina, il suo Presidente, gli Stati Uniti, l’Europa, gli omosessuali, i diritti, la democrazia, la civiltà europea, tutto ciò che sanno essere secoli di storia avanti a loro.
Kirill, il patriarca guerrafondaio
Paragonabile a queste, è la squallida figura del patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, che ha costruito la sua ascesa con la rigorosa obbedienza ai suoi superiori del KGB, sino a sostenere e benedire l’ascesa definitiva dei kagebashniki al potere, nella figura del tiranno, a cui ha fornito un imprimatur religioso, un’alleanza sordida quanto ferrea, sino agli ultimi deliri, a giustificare la guerra contro il popolo fratello dell’Ucraina. Solo una mente malata o deviata, certo per gli standard del corrotto ma civilizzato occidente, potrebbe permettersi di giustificare una guerra fratricida con la “difesa della patria dalle lobby gay“, una mostruosità senza costrutto né fondamento, posto che l’Ucraina, pur più avanzata della Russia, non è certo l’avanguardia delle istanze LGBT, e non è certo la patria di quelle rivendicazioni.
Cleptocrazia al potere
Nella definizione pasoliniana di “nulla ideologico mafioso” si può perfettamente racchiudere gran parte di ciò che è la Russia degli ultimi anni, la sua Chiesa asservita completamente a un potere criminale, le sue repubbliche mafiose del Donbass, costruite sulla rapina e sul crimine, dopo il sistematico saccheggio di quanto si poteva rubare. Tutto è ormai menzogna e mistificazione in questo basso impero del clientelismo servile, in cui gli oligarchi versano ampie percentuali dei propri introiti al capo, che minaccia subdolamente e costantemente di annientarli, e nasconde ed occulta miliardi di dollari, perseguendo in privato tutto ciò che denigra pubblicamente.
Il finanziere Bill Browder, che vive in occidente sotto scorta, e che ha visto il suo legale russo Sergei Magnitsky ucciso in carcere, per aver tentato di denunciare frodi miliardarie dell’amministrazione, ha raccontato e racconta istruttivamente nei suoi libri la cleptocrazia al potere, e il fiume di denaro che gli oligarchi versano al loro Capo.
Le mani sporche di sangue
Questo circolo di individui ha causato negli anni infinite stragi, a partire dalla Cecenia (duecentomila vittime civili stimate), sino alla Georgia, al Donbass nel 2014, e ora questa guerra senza vergogna per cancellare il paese fratello: ancora innumerevoli stragi ci attendono, non si vede uscita da questa guerra, la sola cosa essenziale è che queste mani imbrattate di sangue non siano più ammesse in quell’Occidente che ufficialmente disprezzano e vorrebbero distruggere: probabilmente neppure in nome degli affari e del denaro, il mare di sangue che li imbratta permetterà loro di presentarsi di nuovo impunemente fuori dal loro medievale russkij mir.