Ungheria destra

UNGHERIA: Più a destra dell’estrema destra

In Ungheria, l’estrema destra esce rafforzata dalle elezioni. A destra di Fidesz, una nuova forza occupa il vuoto lasciato da Jobbik.

Nonostante Fidesz – il partito di Viktor Orbán, vincitore indiscusso delle ultime elezioni parlamentari – abbia virato sempre più a destra nel corso dell’ultimo decennio, la scelta di Jobbik di spostarsi al centro ed entrare nella coalizione d’opposizione con liberali, socialdemocratici e verdi ha comunque lasciato un vuoto nell’estrema-destra ungherese. A colmarlo è stato Mi Hazánk Mozgalom (“Movimento Nostra Patria”), un partito formato nel 2018 da tre dissidenti all’interno di Jobbik, fortemente critici nei confronti della strategia di moderazione adottata dall’ex forza di estrema destra.

Mi Hazánk Mozgalom ricalca in linea di massima l’esperienza di Jobbik: vuole dotarsi di una Legione Nazionale (a immagine della Magyar Garda, l’organizzazione paramilitare di Jobbik sciolta nel 2009) ed è al centro di una rete di movimenti radicali violenti e non, tra cui HVIM, un’organizzazione di estrema destra presente anche in Slovacchia, Romania e Serbia che ha l’obiettivo di riunificare tutti gli ungheresi d’oltreconfine, contestando gli assunti del Trattato di Trianon.

Etno-nazionalista, revisionista ed ecologista, Mi Hazánk Mozgalom ha ottenuto il 6% alle ultime elezioni, drenando in parte i voti di Jobbik, il quale ha perso 16 seggi rispetto al 2018.

Razzisti sì, ma in modo diverso

Le posizioni di Fidesz, il vecchio Jobbik e Mi Hazánk Mozgalom sulle questioni identitarie potrebbero sembrare analoghe. In realtà, gli assunti alla base dell’etnocentrismo dei tre partiti sono differenti e variano a seconda di filone ideologico, convenienza elettorale e revisionismo storico.
Non sorprende che Orbán – messi da parte gli slogan razzisti – abbia accarezzato la comunità Rom qualche settimana prima delle elezioni: una strategia ambigua che non ha impedito la crescente affezione della comunità nei confronti di Fidesz, cruciale per la vittoria ottenuta, considerato che i Rom rappresentano quasi il 10% della popolazione ungherese. La retorica del primo ministro in difesa delle radici cristiane dell’Europa – e dunque contro l’islam – sono ben conosciute.
Prima della svolta moderata, la posizione di Jobbik era molto più ideologica e richiamava il cosiddetto Turanismo, ideologia di stampo ottomano che rivendica l’unione dei popoli ugro-finnici, turchici e mongolici da opporsi alla decadenza del modello occidentale. Se da un lato il Turanismo guida in parte anche la politica estera eurasiatica di Orban, in precedenza era Jobbik ad incarnarlo più coerentemente in quanto partito non islamofobo seppur razzista. Il suo incitamento all’odio era prevalentemente rivolto verso i Rom e gli ebrei, stranamente associati nella retorica del partito: i micro-crimini commessi dai Rom sarebbero infatti legati ai crimini di larga scala commessi dai sionisti a livello finanziario.
L’odio di Mi Hazánk Mozgalom è invece trasversale: il partito, oltre a constatare l’impossibilità per gli islamici di integrarsi in Europa e ad ammiccare all’antisemitismo, sostiene di essere l’unico attore politico a riconoscere l’esistenza di un “crimine Rom” nel paese.

Ecologismo di destra

Mi Hazánk Mozgalom si fa portatore di un ecologismo conservatore molto tipico in Europa centrale e orientale. Il partito ha infatti inglobato lo storico Partito dei Piccoli Proprietari Indipendenti, di forte successo a inizio Novecento e ripristinato nel 1988 dopo l’interdizione nel periodo comunista. Mi Hazánk Mozgalom ritiene infatti che un vero patriota possa definirsi tale solo se pronto a proteggere le meraviglie della natura ungherese. Il partito cerca di opporsi alla monopolizzazione da parte della sinistra dell’ecologismo, sostenendo che questa lo utilizzi solo come arma contro le destre.

Mi Hazánk Mozgalom siederà tra i banchi dell’opposizione durante la nuova legislatura; il partito si dice pronto ad avallare misure ragionevoli provenienti da governo e opposizione. Ergo, le politiche illiberali di Orbán potranno contare anche sul sostegno di Mi Hazánk Mozgalom.

Foto: Wikimedia Commons, Elekes Andor

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Al momento svolge un dottorato in Scienze Politiche e Sociologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa sulle coalizioni rosso-brune in Europa centro-orientale. Scrive su East Journal dal dicembre 2021.

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