Conferma per il leader di Fidesz alle elezioni politiche: in Ungheria il parlamento sarà ancora per due terzi in mano a Orbán
Viktor Orbán è pronto a ricevere il suo quarto mandato consecutivo di primo ministro dell’Ungheria. Le elezioni per il rinnovo dell’assemblea nazionale, che si sono svolte ieri, consegnano di nuovo una larga maggioranza all’alleanza tra Unione civica ungherese – Fidesz, il partito del premier, e Partito popolare democratico cristiano (Kdnp).
Orbán ancora padrone del parlamento
In quello che era una sorta di referendum pro o contro l’uomo forte di Budapest, si sono pronunciati a favore di Orbán oltre il 53% dei magiari. Una percentuale che permette a Fidesz e compagni di portare in parlamento due terzi dei deputati e di sbaragliare la concorrenza del composito cartello elettorale capitanato da Péter Márki-Zay, che ha ricevuto il favore di poco più del 34% degli elettori. L’affluenza è stata del 67,8%, leggermente inferiore a quella delle elezioni politiche del 2018. Nei 10.200 seggi allestiti sul territorio nazionale, che sono stati chiusi alle 19, erano circa 9,7 milioni gli ungheresi che avevano diritto al voto.
Polemiche sulle irregolarità
L’Ufficio elettorale nazionale (NVI) ha registrato la presenza di circa novecento osservatori stranieri. Nonostante ciò non sono mancate denunce e polemiche, soprattutto da parte dell’opposizione. Quelle più gravi sono state riscontrate a Hortobágy e Ongán, piccoli paesi in due regioni dell’Ungheria orientale: nel primo caso sarebbero stati organizzati dei pulmini per portare la gente ai seggi, nel secondo sarebbero stati offerti fino a diecimila fiorini per ogni voto. Invece nei giorni scorsi in Transilvania, regione della Romania dove risiede circa un milione e mezzo di ungherese, è stato denunciato il ritrovamento di centinaia di schede elettorali semi bruciate sul ciglio di una strada vicino a una discarica.