Il governo di Atene si è molto prodigato nelle scorse settimane per le sorti della città di Mariupol, sotto assedio e bombardamento da parte dell’esercito russo. In città vive infatti una forte comunità di discendenza greca. Ma da dove vengono i greci di Mariupol, e più in generale i greci d’Ucraina?
Gli ultimi discendenti dell’impero romano sui monti di Crimea
Gli antichi Greci fondarono colonie lungo tutte le coste del mar Nero già nel VI secolo a.C. come posti di commercio con le popolazioni degli entroterra come Sciti, Cimmeri e Goti. Queste colonie si consolidarono nel Regno del Bosforo Cimmerio (438 a.C. – 370 d.C.) e nel Regno del Ponto (281 – 63 a.C.), stati-vassallo poi integrati nell’Impero Romano.
La presenza di lingua greca lungo le coste nord del mar Nero restò importante per tutta l’era bizantina, pur riducendosi dopo l’invasione cumana e dell’Orda d’Oro mongolo-tatara del XIII secolo. I Greci rimasero presenti solo nelle città sulle pendici meridionali dei monti di Crimea. Il Principato di Teodoro fu l’ultima entità statuale di diretta discendenza romana e bizantina a scomparire, cadendo sotto dominio ottomano nel 1475. Nel corso dei secolo successivi, ai greci originari si aggiunsero varie ondati di profughi e migranti di lingua greca dal Ponto anatolico.
Il reinsediamento nella steppa al tempo dell’imperatrice Caterina di Russia
I greci del Ponto convissero coi tatari di Crimea fino alla conquista russa della penisola nel 1783. L’imperatrice Caterina dal suo palazzo di Pietroburgo ordinò di trasferire tutte le popolazioni di lingua greca lungo le coste del mar d’Azov nel territorio oggi tra Mariupol e Donetsk. Il viaggio verso la steppa durò due anni, e i nuovi coloni – benché esenti dalla coscrizione – dovettero occuparsi di dissodare le nere terre vergini per garantirsi una sussistenza.
Eppure, le interpretazioni di tale storia ancora restano divise, come riportava nel 2012 il Washingtom Post. “Ha assegnato terre ai greci”, ha affermato Yelena Prodan, capo della Società greca di Donetsk. “I greci ortodossi furono salvati dal dominio dei musulmani”. “Siamo stati deportati”, rispondeva Galina Chumak, direttrice del Museo regionale delle arti di Donetsk. “Le persone sono morte di freddo e di stenti durante il cammino”.
La guerra russo-turca del 1828-1829 recise molti dei contatti tra la sponda nord e sud del mar Nero, e la comunità greca tese ad assimilarsi alla popolazione russa e ucraina. Quando il gallese John Hughes fondò la città di Donetsk (Juzovka) nel 1869 come villaggio minerario, i coloni greci iniziarono a stabilirvisi.
I greci d’Ucraina al tempo dei soviet
Dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, il governo leninista incoraggiò una rinascita della cultura di lingua greca. Il dialetto Rumeíka (greco di Mariupol) divenne oggetto di studio linguistico, fu aperto un teatro greco-romaico, oltre a diverse riviste e giornali e diverse scuole di lingua romaica, e il letterato Georgi Kostoprav creò un linguaggio poetico romaico per la sua opera.
Tutto ebbe fine nel 1937-38, con le repressioni staliniane. I greci d’Ucraina furono deportati in Kazakistan o in Siberia, quando non fucilati. Tra questi Vasily Gala, poeta e condirettore di un giornale in lingua greca, ucciso “solo perché era greco”, come ricorda la sua pronipote Tatyana Patricha, curatrice del mensile greco di Donetsk, Kambana, pubblicato oggi in russo. La ricerca sulla lingua Rumeíka non riprese fino agli anni ’50 e ’60.
Nel secondo dopoguerra la comunità si riprese con l’arrivo di profughi dalla Macedonia greca, spesso di fede comunista, fuggiti dopo la sconfitta nella guerra civile greca del 1946-1949 – talvolta loro stessi di famiglie di origine del Ponto o del Caucaso, che avevano vissuto all’interno dei territori meridionali dell’Impero russo prima di stabilirsi in Grecia all’inizio del XX secolo.
Negli anni ’60, grecisti di Kiev guidati da Andriy Biletsky, compilarono una descrizione dettagliata della lingua e registrarono il folklore dei greci dell’Azov. Poiché questi avevano perso l’alfabetizzazione in greco già durante il periodo in Crimea, Biletsky sviluppò per loro un sistema di scrittura cirillica, basato sul cirillico russo e ucraino nel 1969. Un certo numero di libri sono stati pubblicati in greco Rumeíka utilizzando questa ortografia cirillica. Oltre alle opere autoctone, si citano traduzioni del Canto della schiera di Igor’ e del Kobzar di Taras Shevchenko.
I greci d’Ucraina oggi
Il crollo dell’Unione Sovietica e l’indipendenza dell’Ucraina portarono a una improvvisa rinascita dei contatti con la Grecia. Vari greci d’Ucraina si trasferirono nella repubblica ellenica, mentre il governo greco apriva scuole a Donetsk – per insegnare la lingua greca, ma quella moderna. Musei e festival culturali hanno riportato l’attenzione sulla comunità greca. Ma il rischio è che la specificità dei greci d’Ucraina si perda e la loro lingua Rumeíka venga di nuovo soppiantata, oggi dal greco standard dopo che dal russo.
Nel censimento del 2001 si contavano ancora 91.500 greci in Ucraina (lo 0,2% della popolazione), la gran parte dei quali (77.000) nell’oblast di Donetsk. Altre comunità greche si trovano a Odessa e in altre grandi città. Il numero degli ucraini con ascendenza greca è probabilmente più alto, a causa dei matrimoni misti tra greci e ucraini ortodossi, nonché della progressiva assimilazione nel tempo dei membri della comunità.
A seguito dell’attacco aereo dell’ospedale di Mariupol, il 18 marzo 2022 il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha twittato che “la Grecia è pronta a ricostruire l’ospedale di maternità di Mariupol, centro della minoranza greca in Ucraina, città cara ai nostri cuori e simbolo della barbarie della guerra».
Foto: greeks.ua, CC BY-SA