Tornano a crescere le tensioni sulla questione della minoranza magiara in Ucraina. Sullo sfondo, la campagna elettorale…
“Vereščuk sta facendo un lavoro sovrumano, con enormi responsabilità in una tragica situazione nella quale l’Ucraina sta portando avanti una battaglia eroica contro l’aggressore” afferma l’Ambasciata ungherese in Ucraina in risposta alle accusa della vice-Premier ucraina Iryna Vereščuk, aggiungendo che il suo umore non può tuttavia giustificare accuse senza senso e basi. Vereščuk ha infatti accusato l’Ungheria di opporsi a qualsiasi tentativo concreto di aiuto da parte della comunità internazionale. Le cause? Secondo la rappresentante ucraina, Budapest vorrebbe così assicurarsi gas a prezzi ridotti, o addirittura rispolverare il sogno della Grande Ungheria, riannettendo la Transcarpazia, territorio a forte presenza ungherese.
I trascorsi
L’arresto di un gruppo di sabotatori-separatisti nella zona il 21 marzo è stato seguito da un monito ai cittadini: qualsiasi sospetto di attività illecita e indipendentista deve essere denunciato alle autorità.
Le tensioni tra la comunità magiara locale e gli ucraini si erano già inasprite dopo l’annessione russa della Crimea. La legge sull’istruzione nel 2017 ha acuito ulteriormente la pressione sulle minoranze nel paese, già scosse dall’abolizione della legge sulle minoranze linguistiche nel 2012. Il nuovo testo ha reso possibile l’insegnamento in lingua minoritaria solo nelle scuole primarie.
Le dispute si sono allargate anche alla questione della cittadinanza: Budapest è sempre stata solerte nel concedere passaporti e cittadinanza ungheresi alla minoranza oltre confine, mentre Kiev proibisce tutt’oggi l’esistenza della doppia cittadinanza. Sebbene gran parte delle misure contro le minoranze fosse rivolta ad est e ai russofoni, gli ungheresi di Transcarpazia si sono sentiti fortemente attaccati dalle mosse di Kiev, complice la vivace presenza di media e associazioni finanziati da Budapest. E proprio questi ultimi sono stati oggetto di scontro tra nazionalisti ucraini e enti locali, come dimostra l’attacco con colpi di Molotov sulla sede del KMKSz (Associazione culturale ungherese di Transcarpazia).
Le reazioni a Budapest
Zsolt Attila Németh (Fidesz), presidente della Commissione Affari Esteri in Parlamento, deplora le accuse provenienti da più fonti polacche, secondo cui l’Ungheria si è formalmente schierata dal lato ucraino solo in ragione dei 150.000 magiari in Transcarpazia. Nonostante le recenti pressioni su Budapest, tra cui il forte messaggio di Zelensky diretto a Orbán durante il Consiglio europeo, il governo ungherese conferma che il paese non andrà oltre: i suoi interessi ne sarebbero danneggiati e l’entrata in guerra sarebbe inevitabile. Le linee rosse di Budapest, come ricorda Orbán durante una manifestazione, restano l’invio di armi all’Ucraina e le sanzioni a gas e petrolio russo.
La vecchia Grande Ungheria, sempre attuale
La questione dei magiari oltre confine resta dunque nel cuore della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni di aprile. Péter Marki-Záy, candidato dell’opposizione, ha affermato che l’ingresso nel paese di numerosi ungheresi d’Ucraina dallo scoppio della guerra aiuterà non poco Fidesz alle prossime elezioni; il candidato si dice anche preoccupato del fatto che i profughi sostengano con molta probabilità Mosca. Le reazioni sono state immediate: la sopraccitata KMKSz si dice oltreggiata e invita i partiti ungheresi a non utilizzare la minoranza della Transcarpazia come strumento della campagna elettorale; l’organizzazione giovanile della KMKSz (KMKSZ ISZ), associata alla gioventù di Fidesz, afferma che questa è solo l’ennesima offesa della “sinistra” nei confronti delle minoranze ungheresi all’estero. Marki-Záy si è recato di recente in Transilvania (Romania). “I buoni cristiani non votano per i ladri”, afferma. Si scusa per le affermazioni dell’ex-premier Ferenc Gyurcsány (ora tra le fila dell’alleanza in opposizione a Orbán) contro il diritto di voto degli ungheresi d’oltre confine: la sua strategia è basata sulla constatazione che gran parte degli ungheresi residenti all’estero vota per Orbán. Secondo un sondaggio riportato da Europe Elects (marzo 2022), il 98% dei magiari di Transilvania voterà per Fidesz.
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