Operazione della polizia in quattro città slovacche: funzionari dello Stato e giornalisti accusati di essere spie russe
Con l’accusa di essere spie al soldo della Russia quattro persone sono state arrestate dalla Národná kriminálna agentúra (Naka), l’agenzia anticrimine slovacca, nell’ambito di due diverse operazioni battezzate Matrioška e Katiuša. Quella che è emersa, come spiegato dalla polizia durante un incontro con la stampa, è una vera e propria rete di spionaggio a favore di Mosca.
Tra l’11 e il 14 marzo gli agenti della Naka hanno condotto una serie di perquisizioni domiciliari, sequestrando computer, chiavette usb e materiale cartaceo con i dettagli di riunioni e incontri. Per ora dietro le sbarre finora sono finiti in quattro, ma le indagini vanno avanti e non è escluso che la cerchia degli accusati possa allargarsi. Košice, Liptovský Hrádok, Ružomberok e Vranov nad Topľou sono le città dove sono stati eseguiti gli arresti.
Nei guai c’è anche un redattore del sito di informazione filorusso Hlavné správy, chiuso dopo l’invasione dell’Ucraina al pari di Hlavný Denník, portale con lo stesso orientamento. Il giornalista, che avrebbe già confessato, appare tra l’altro in un video dell’intelligence militare slovacca mentre, nella scorsa primavera, riceve denaro da un addetto militare dell’ambasciata russa a Bratislava.
Gli altri incriminati, che pure rischiano fino a 13 anni di galera, sono un ex agente del servizio segreto slovacco Sis attivo fino al 2021, l’ex assistente di un deputato ora membro del partito Republika, e l’ex vicerettore dell’Accademia delle forze armate. Quest’ultimo è sospettato di aver lavorato per il controspionaggio russo fin dal 2013, ed era stato messo in prepensionamento dal ministero della Difesa alcuni mesi fa. Anche lui, come il giornalista, avrebbe confessato.
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Immagine: la conferenza stampa della polizia slovacca sugli arresti (dalla pagina Facebook Polícia Slovenskej republiky)