C’è davvero il rischio che Putin sia spodestato da un golpe di palazzo? Secondo Adam E. Casey, ricercatore post-doc all’Università del Michigan, le cose non sono così semplici
di Adam E. Casey, @adam_e_casey
Quali sono le prospettive di un colpo di stato contro il presidente Vladimir Putin in Russia? Ecco ciò che sappiamo sui colpi di stato in altri regimi simili e su come è strutturato l’apparato coercitivo russo per prevenire i golpe.
Innanzitutto, anche in Russia sono presenti gli stessi fattori che hanno scatenato colpi di stato altrove: stallo sul campo di battaglia, morale basso delle truppe, la crescente probabilità di una catastrofe economica, élite scontente danneggiate dalle azioni di Putin. Ma Putin si prepara da decenni ai rischi posti da un colpo di stato di palazzo o militare e nel tempo l’apparato coercitivo russo ha elaborato e dispone oggi di molteplici meccanismi per prevenire qualunque tentativo di rovesciare il potere.
In primo luogo, la Russia ha una grande guardia pretoriana, il Servizio di protezione federale (Федеральная служба охраны), che è il successore della 9a direzione del KGB ed è responsabile della protezione della leadership – ed è ben armato.
In secondo luogo, Putin ha consolidato le sue truppe di sicurezza interna sotto la Guardia Nazionale (Росгвардия) nel 2016. La Guardia non è una misura a prova di colpo di stato in sé, ma ha consentito una centralizzazione delle agenzie utili per reprimere le proteste di massa in Russia. Tuttavia, evitando il possibile uso dell’esercito regolare per la repressione domestica, Rosgvardia aiuta a ridurre alcune delle motivazioni che potrebbero aizzare colpi di stato. In una prospettiva comparata, infatti, sappiamo che i militari generalmente non amano essere usati per la repressione interna, con relativo interesse a rimuovere il regime al potere.
Terzo, la Russia ha l’FSB, il Servizio federale per la sicurezza (Федеральная служба безопасности). L’FSB non è solo grande e dotato di proprie truppe di sicurezza, ma ha un meccanismo chiave per prevenire un colpo di stato militare in Russia: il Dipartimento di controspionaggio militare (Департамента военной контразведки).
Precedentemente, il sistema sovietico aveva essenzialmente tre componenti per prevenire rovesciamenti di regime: 1) l’appartenenza al partito di ufficiali/soldati; 2) i commissari politici; 3) una polizia segreta incorporata (“dipartimenti speciali”). Si prevenivano i colpi di stato attraverso la penetrazione dell’esercito da parte di agenti di monitoraggio.
La Russia contemporanea ha mantenuto solo uno di questi tre meccanismi. Gli ufficiali solitamente non sono più vincolati a diventare membri del partito al governo, “Russia Unita”, inoltre è insolito che ufficiali in servizio attivo si candidino in politica, come il generale Andrei Walerjewitsch Kartapolov l’anno scorso. Sono assenti anche i commissari; c’è tecnicamente un successore dell’amministrazione politica, l’organizzazione responsabile della gestione dei commissari, ma non funziona allo stesso modo come durante i tempi dell’URSS.
L’unica parte importante del sistema sovietico ancora presente è il Dipartimento di controspionaggio militare dell’FSB. Questo controlla i militari ed è stato notevolmente rafforzato un paio di mesi dopo l’insediamento di Putin, che ha descritto il dipartimento come un “mini-FSB”.
L’FSB è molto più autonomo del KGB sovietico, non essendo sotto il controllo di alcun partito centrale. Inoltre ha un problema di corruzione molto più pronunciato rispetto al servizio sovietico – la corruzione ovviamente è stata un problema anche nel KGB, ma nell’FSB è ancora più diffusa e accentuata.
In breve, quindi, in Russia esistono molteplici meccanismi per impedire tentativi di colpi di stato. Eppure, neanche nella ben blindata Mosca l’esercito è completamente “immune” e “a prova di putsch“. Per fare un esempio banale, non è il nipote [di Putin] o qualunque altro fedelissimo parente a comandare l’esercito, ma ci sono ufficiali professionisti.
Per quanto riguarda le truppe, la lealtà dell’esercito russo al sistema è invece generalmente ricercata attraverso l’autonomia e l’isolamento dalla politica e, naturalmente, sorvegliata dallo sguardo attento del Dipartimento di controspionaggio militare dell’FSB.
In parte per questi motivi penso che lo scenario più probabile per estromettere Putin sia la defezione delle élite piuttosto che un colpo di stato. È sempre difficile coordinare un colpo di stato, anche contro il più odiato dei dittatori, a maggior ragione risulta complesso con un apparato di sicurezza vasto come quello di Putin.
Infine, di fronte all’eventualità di dover ricorrere ad un’ampia repressione del dissenso per salvare Putin, potrebbe essere più probabile che le élite disertino dal regime. Anche questo sarebbe improbabile, ma i costi della defezione possono essere inferiori ai costi di un colpo di stato fallito (carcere, esilio, morte).
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