sinistra slovacca

Cos’è la sinistra? Il conservatorismo slovacco

La sinistra slovacca, molto distante da quella occidentale, oscilla tra socialdemocrazia e conservatorismo sociale.

Dopo la caduta del regime comunista, la sinistra in Slovacchia fece fatica a rinnovarsi e a catalizzare l’attenzione di un popolo allora più interessato alle questioni nazionali (in particolare, all’indipendenza del Paese, ottenuta nel 1993) che a quelle socio-economiche.
Tra i numerosi partiti nati dopo la caduta del monopolio comunista, solo alcuni si distinsero nel panorama politico, seppur con scarso successo durante i primi anni. L’effimero Partito socialdemocratico slovacco non riuscì mai ad imporsi, nonostante la presenza tra le sue fila di Alexander Dubček, storico protagonista del tentativo di introdurre nel 1968 in Cecoslovacchia un “socialismo dal volto umano”, risoltosi nell’invasione del paese da parte delle truppe del Patto di Varsavia. Fu all’interno del Partito della Sinistra democratica diretto successore del Partito comunista, e rinnovatosi agli occhi della popolazione grazie all’apertura verso l’UE ed il libero mercato, che Robert Fico pose le basi per l’imminente successo della sinistra slovacca.

Nel 1999, il carismatico Fico fondò lo Smer, unico partito di sinistra a superare la soglia di sbarramento alle elezioni del 2002. Anche sotto la pressione dei socialisti europei, lo Smer inglobò altre sei formazioni di sinistra ed abbracciò la Third Way di Tony Blair. Nonostante il ripudio del passato comunista, i consensi alle urne furono inizialmente limitati: Robert Fico decise così di ritornare ad una retorica di sinistra più tradizionale, facendo appello alla ridistribuzione delle ricchezze e alla creazione di un solido welfare state.
Le impopolari riforme neoliberali introdotte in Slovacchia prima e dopo la crisi del 2008 fecero il resto: nel 2006 lo Smer ottenne il 29.1% dei voti, nel 2010 quasi il 35% e nel 2012 il 45%.

Sinistra economica, ma non sociale
Questo successo, in un paese ancora fortemente religioso e in cui la sinistra ha da sempre avuto come rivale nello stesso campo la Chiesa cattolica (basti pensare ai consensi che già a fine Ottocento il Socialismo cristiano otteneva tra i pochi operai del paese, alienati nella vita di città), è anche dovuto ad un sostanziale conservatorismo nell’ambito dei diritti civili. Per lo Smer, infatti, i diritti umani altro non sono che diritti socio-economici. I socialisti europei hanno spesso dovuto affrontare la questione, ad esempio dopo il successo alle elezioni del 2006, quando lo Smer si alleò a partiti di destra nazionalista per formare un governo guidato da Fico. Questa è solo una delle caratteristiche che distinguono i socialdemocratici slovacchi dai colleghi dell’Europa centrale e orientale (fatta eccezione, in parte, per il Partito socialdemocratico rumeno): Smer è apertamente contrario alla redistribuzione dei migranti in UE, si presenta a tratti come euroscettico e filo-russo, è fortemente intervenzionista e contrario alle logiche neoliberali.

La frattura
La parabola del leader socialdemocratico cominciò la sua discesa nel 2018, quando, a seguito dell’omicidio del giornalista Ján Kuciak (che al tempo lavorava su possibili connessioni tra il governo slovacco e la ‘Ndrangheta), Fico si dimise dal ruolo di primo ministro e, pur restando leader di partito, lasciò spazio a Peter Pellegrini.
L’omicidio di Kuciak e la diffusa corruzione diedero forza a Gente Comune, partito populista che sottrasse ai socialdemocratici il primo posto alle elezioni del 2020. Mirando alla testa del partito, Pellegrini decise per la rottura con l’inamovibile Fico: lo scontro culminò con la creazione di un altro partito di sinistra piglia-tutto guidato da Pellegrini, Voce-SD, piazzatosi velocemente al primo posto nei sondaggi. Il successo di Voce-SD sembrava aver dato il colpo di grazia allo Smer, ma gli ultimi sondaggi mostrano un riavvicinamento tra i consensi dei due partiti, entrambi tra il 14% ed il 18% delle preferenze. Molti analisti ritengono che la fuoriuscita del gruppo di Pellegrini da Smer-SD possa spingere il partito di Fico molto più a sinistra.

Attualmente in Slovacchia la sinistra è all’opposizione. Di fronte al collasso elettorale di Gente comune dopo l’esperienza di governo, lo scacchiere politico slovacco si presenta come estremamente frammentato: la prima forza politica nei sondaggi, ovvero il partito di Pellegrini, è sotto il 18%. Salvo bizzare alleanze, l’ingovernabilità sembra assicurata.

Foto: Flickr, PES Communications

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Al momento svolge un dottorato in Scienze Politiche e Sociologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa sulle coalizioni rosso-brune in Europa centro-orientale. Scrive su East Journal dal dicembre 2021.

Leggi anche

SLOVACCHIA: con la Lex Assassination si rischia lo stato di polizia?

La Lex Assassination, prevista in vigore dal 15 luglio, introduce una serie di norme fra cui il divieto agli incontri pubblici e la difesa personale per le più alte cariche dello Stato. Previsto anche un vitalizio che però, oggi, sembrerebbe spettare solo al primo ministro Robert Fico.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com