L’Ucraina resiste da sola con i russi alle porte di Kiev

Come da settimane stavamo riferendo, la preparazione della Russia alla guerra è sfociata nella prevista invasione dell’Ucraina. Il paese è sotto attacco da sud, ovvero dalla Crimea, da nord verso le città di Kharkov e Sumi e dalla Bielorussia, che ha consentito l’attacco in direzione di Kiev, assumendosi una grave responsabilità storica. Ciò che preoccupa maggiormente ora è la condizione della popolazione inerme, che a Kiev e a Kharkov si è rifugiata negli scantinati e nelle metropolitane.

L’Ucraina lasciata sola

A Kiev sono già presenti forze russe in città, specialmente nel quartiere di Obolon. Il presidente Zelensky è sotto minaccia personale e non ha potuto parlare col premier italiano Draghi stamane per motivi di sicurezza. In una dichiarazione teletrasmessa ha lamentato che l’Ucraina è stata lasciata sola davanti all’aggressore. Ha ripetutamente offerto alla Russia, per evitare lo spargimento di sangue, trattative su un futuro status di neutralità dell’Ucraina. Sembra che il governo russo abbia mostrato la disponibilità di una trattativa in territorio bielorusso con i ministri della Difesa e degli Esteri Shoigu e Lavrov.

La resistenza, e poi?

La resistenza militare dell’Ucraina è superiore a quanto atteso dagli occupanti, e ora si teme che la capitale possa diventare teatro di aspri combattimenti, posto che obiettivo dell’aggressore sia quello di catturare o eliminare il governo legittimo e installare un governo fantoccio. Il problema, qualora vi riuscisse, sarà di vedere se un intero paese accetterà di prendere ordini da un governo di traditori senza alcuna autorità né morale né legale. Aspri combattimenti si sono svolti presso l’aeroporto di Hostomel dove si teme l’atterraggio di elicotteri da combattimento russi con truppe fresche.

Tra repressione e trattative

Dalla Cecenia arrivano immagini preoccupanti, diffuse dal canale Nexta, da cui sembra di capire che stiano per partire verso l’Ucraina truppe del ras locale Kadyrov, note per la loro efferatezza. Potrebbero essere utilizzate per la repressione nelle città. E’ chiaro che Mosca preferirebbe chiudere con le armi la questione piuttosto che trattare, dopo l’impressionante sequela di menzogne con cui si è ammansita la stampa e i leader occidentali fingendo trattative mentre si preparava la guerra. Ora sembra che l’Unione Europea sia intenzionata a congelare le proprietà personali di Putin e Lavrov in Europa. Una petroliera moldava è stata poco fa colpita da un missile russo nel mare di fronte a Odessa. Papa Francesco si è recato personalmente all’ambasciata russa presso la Santa Sede per manifestare la sua preoccupazione.

La sorte dell’Ucraina, dopo tante parole e tante illusioni fatte balenare dall’Occidente, è nelle mani dei suoi difensori, che stanno tenendo testa in modo ammirevole all’aggressore, rallentando la sua avanzata. Fino a quando?

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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