Per Mosca i confini degli stati indipendenti includono tutto il Donbass. Putin torna a chiedere di riconoscere la Crimea alla Russia
Per la Russia i confini delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, riconosciute come capitali appena ieri, sono quelli delle rispettive oblast’ di cui sono capoluogo secondo la divisione amministrativa dell’Ucraina. Il presidente Vladimir Putin lo ha chiarito oggi nel corso di una conferenza stampa.
In pratica ora, dal punto di vista di Mosca, buona parte di due stati sovrani è occupata dall’esercito di Kiev, che controlla ad esempio città rilevanti come Mariupol, che conta quasi mezzo milione di abitanti, Kramatorsk che è il capoluogo temporaneo della regione in sostituzione di Donetsk, o Sloviansk che pure supera i centomila residenti.
Per il Cremlino il proprio esercito, che ha già varcato ufficialmente il confine come “forza di pace”, ha il diritto di sostenere due stati indipendenti in una guerra iniziata il 2014 per liberare il proprio territorio da un esercito straniero. Le cose, viste da Mosca, stanno così.
Mosca, dopo aver dato il bene placet all’indipendenza delle repubbliche del Donbass, ha sottoscritto trattati di collaborazione con Donetsk e Lugansk, che comportano anche aiuto militare “se sarà necessario”. E a stretto giro il parlamento ha avallato la richiesta del ministero della Difesa di inviare forze militari all’estero.
Intanto, mentre alza il livello dello scontro da un lato, Putin sembra tornare a mettere anche qualcosa sul piatto della bilancia della diplomazia. Il Cremlino oggi è infatti tornato a chiedere che venga riconosciuta l’appartenenza alla Federazione russa della Crimea, autoproclamatasi indipendente prima di essere annessa con un referendum nel 2014, ma senza alcun riconoscimento internazionale rilevante.
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