La Russia riconosce l’indipendenza dei territori del Donbass che vogliono staccarsi dall’Ucraina. Da oggi, con la decisione maturata al termine del consiglio di sicurezza convocato d’urgenza, per il Cremlino la Repubblica popolare di Donetsk (Dnr) e la Repubblica popolare di Lugansk (Lnr) sono due stati sovrani.
Una questione pesantissima, tanto in teoria quanto pratica. Perché, con la firma del presidente Vladimir Putin sul decreto che riconosce l’indipendenza delle due repubbliche, in teoria dal punto di vista russo Donetsk e Lugansk sono ora le capitali di due paesi indipendenti (e soprattutto amici della Russia). Se l’esercito russo entra nel Donbass, per Mosca in pratica non entra in Ucraina, ma nel territorio di quelli che considera due stati sovrani.
La scelta del Cremlino si è concretizzata nel pomeriggio, dopo che nei giorni scorsi, prima dell’acuirsi degli scontri, la Duma aveva approvato una mozione che invitata Putin a orientarsi in questo senso. Prima della riunione del consiglio di sicurezza avevano sollecitato questa decisione gli stessi indipendentisti di Donetsk e Lugansk. Il riconoscimento inoltre era stato definito l’unica via possibile per stabilizzare la regione da Dmitry Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza, e dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov.