”Se il diritto alla secessione della Repubblica Srpska non viene riconosciuto non parteciperò ad altri negoziati sulla riforma costituzionale in Bosnia” così Milorad Dodik, il premier della Repubblica Srpska dei serbi di Bosnia. La Repubblica Srpska, assieme alla Federazione croato-musulmana, forma la Bosnia Erzegovina così com’è emersa dagli accordi di Dayton che nel 1995 posero fine alla guerra nei Balcani.
L’ultimo vertice a tre a Mostar tra Dodik e Dragan Covic e Sulejman Tihic, rappresentanti della Federazione, mette in grave crisi tutto il processo di revisione di una struttura costituzionale che da anni paralizza la Bosnia Erzegovina. Partiti a novembre scorso, per le pressioni dell’Unione europea, i negoziati dovevano garantire una revisione del testo fondamentale ma si sono arenati attorno alla posizione intransigente di Dodik che chiede la possibilità per ciascuna delle tre anime bosniache (croata, musulmana e serba) la possibilità di autodeterminazione e secessione attraverso un referendum da organizzare dopo tre anni dall’entrata in vigore della nuova costituzione. Covic aveva presentato una proposta di revisione che prevede per la Bosnia un futuro da repubblica federale, composta da quattro entità individuate su base territoriale e non etnica. Dodik ritiene inaccettabile questa proposta, in quanto significherebbe cancella re la specificità dell’entità serba.
Una situazione difficile, resa più intricata dall’indipendenza unilaterale del Kosovo lo scorso anno. Tra i serbi di Bosnia non è mai tramontata la volontà di riunirsi alla madrepatria o, in alternativa, la volontà di secessione dal governo di Sarajevo. Il premier della Repubblica Srpska è attaulmente indagato per corruzione, sarebbe a capo di una vera e propria organizzazione criminale che sottrae fondi dello Stato. Dodik ha commentato la notizia definendosi vittima di una macchinazione politica, volta a togliere di mezzo un personaggio politico scomodo come lui. Comunque vada a finire l’inchiesta, la riforma costituzionale della Bosnia passa anche attraverso questa contrapposizione tra leader. La tensione in Bosnia, dopo anni di paralisi politico istituzionale, potrebbe tornare a farsi esplosiva.
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