Titolo: Storia del Caucaso del Nord, tra presenza russa, islam e terrorismo
Autore: Giuliano Bifolchi
Editore: Anteo Edizioni
Prezzo: 18 euro
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Ponte tra Europa e Asia e frontiera naturale tra mondo musulmano e cristiano, il Caucaso del Nord è stato teatro di contesa tra i grandi imperi del passato e le potenze del mondo moderno. Per comprenderne la storia, ci soccorre Storia del Caucaso del Nord, tra presenza russa, islam e terrorismo, di Giuliano Bifolchi. Un volume importante perché mette a fuoco un’area poco conosciuta e di cui non si coglie sempre la specificità, colmando un vuoto nella – limitata – saggistica in lingua italiana dedicata alla regione. Soprattutto, il libro di Bifolchi mette in relazione la storia del processo di islamizzazione e del ruolo che l’Islam ha avuto nel Caucaso del Nord con il fenomeno della presenza russa, divenuta sistematica e massiccia a partire dal XIX secolo.
La presenza musulmana nella regione ha contribuito all’affermarsi di un’identità che, pur non sostituendosi a quelle preesistenti, ha plasmato i diversi gruppi etnici che vi abitano. L’Islam è così divenuto l’elemento attorno a cui si sono coagulate le rivendicazioni indipendentiste dei popoli caucasici, dalle confraternite sufi di epoca imperale e sovietica, fino alla diffusione del fondamentalismo e del terrorismo in epoca recente.
“I capitoli dedicati al ruolo dell’Islam nel Caucaso del Nord contemporaneo così come al fenomeno del terrorismo cercano di fare chiarezza sul perché nella regione si sia diffusa nel tempo l’ideologia salafita in pieno contrasto con le componenti maggioritarie sufi regionali delineando inoltre il passaggio dai movimenti etno-nazionalistici al terrorismo connesso direttamente o indirettamente al network jihadista internazionale” spiega Bifolchi, aggiungendo come “L’utilizzo di fonti in lingua inglese e russa ha tentato di bilanciare le diverse narrative esistenti sulla regione nord caucasica e sugli eventi che possono essere ritenuti come fondamentali per capire le attuali problematiche e dinamiche locali”.
Interessanti i capitoli sulla deportazione dei diversi gruppi etnici operata dalle autorità sovietiche nel periodo 1943-1944, poiché aiutano a capire l’irriducibile contrasto che oppone oggi quei popoli alle autorità russe, anche grazie all’affermarsi di politiche di memoria portate avanti dalle élites nazionaliste locali all’indomani della dissoluzione dell’URSS e di un processo di ‘re-islamizzazione’ che ha infine condotto al terrorismo di matrice islamica.
Il volume, inoltre, fornisce una panoramica della strategia russa avviata nel 2010 per favorire lo sviluppo socioeconomico regionale: “Creare più di 400 mila posti di lavoro, attirare investimenti diretti esteri, contrastare il terrorismo e favorire il potenziale turistico attraverso la creazione di cluster alberghieri” sono, spiega ancora Bifolchi, i modi con cui il Cremlino sta cercando di normalizzare la regione. Il testo di Bifolchi fornisce così un quadro esaustivo e utile per comprendere le dinamiche attuali nord caucasiche e i possibili sviluppi futuri della regione, presentandosi come un libro necessario per chiunque intenda approfondire la storia di un’area tanto complessa e peculiare.