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Gennaio da record, una selezione degli articoli da non perdere

Cari lettori

il mese appena concluso ha registrato un importante numero di contatti sul nostro sito. Contatti che noi preferiamo chiamare ‘lettori‘ e sito che ci ostiniamo a definire “giornale“. Sono quasi dodici anni che andiamo avanti a informarvi e vi ringraziamo per la vostra costante fiducia. Dodici anni senza editori, senza pubblicità, senza padroni, senza soldi. I lettori sono la nostra unica forza, il nostro solo scopo. Non abbiamo niente da guadagnarci se non l’affetto di chi legge, e questo mese l’abbiamo sentito mentre cercavamo di capire, e di raccontare, quanto avveniva in Kazakhstan e quanto sta avvenendo al confine con l’Ucraina.

Temi su cui media nazionali (quelli generalisti, soprattutto) hanno preso posizioni che non abbiamo condiviso, abbracciando modelli interpretativi da guerra fredda, obsoleti, certo suggestivi, ma basati su approcci cospirativi quando non sensazionalistici. Per fortuna l’Europa orientale non è solo guerre ed eserciti, ma è cultura, è storia, è popoli, è un presente fatto di vicende piccole e grandi, ma comunque importanti per superare quel muro di pregiudizi che ancora avvolge quella parte del vecchio continente e ne impedisce una piena comprensione.

Qui di seguito una selezione degli articoli più letti e più curiosi del mese, nel caso ve ne foste perso qualcuno. Kazakhstan, non è una guerra colorata e Ucraina, ci sarà la guerra? Basta con le speculazioni sono due articoli con cui abbiamo voluto prendere una posizione diversa rispetto alla narrazione dei media mainstream.

Tra gli articoli su temi storici segnaliamo 17 gennaio 1982, quei rivoluzionari albanesi uccisi a Stoccarda e Lituania, la brigata di carta che salvò la cultura ebraica di Vilnius.

A tema balcanico anche Rizo Šurla, l’ultimo afro-albanese della Jugoslavia e un interessante articolo sul Corano serbo. Segnaliamo infine una bella analisi sulla Moldavia e la crisi energetica “targata Gazprom” che il paese si è trovato recentemente ad affrontare. Per il Caucaso, un articolo di taglio etnografico sul popolo kist del Pankisi. Curioso poi il fumetto dedicato Milan Rastislav Štefánik, padre della Cecoslovacchia, personaggio eclettico e poco noto a queste latitudini.

Infine, l’articolo più letto del mese, un pezzo d’opinione dal titolo No, quello di Djokovic non è l’ennesimo martirio serbo sulla vicenda che ha coinvolto il celebre campione di tennis, cui è stata impedita la partecipazione agli Australian Open in quanto non vaccinato.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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