La Serbia ha estradato in Bahrein un dissidente politico, nonostante la richiesta della Corte di Strasburgo di valutare i rischi di tortura
Il governo del Bahrain ha dichiarato che il dissidente politico Ahmed Jaffar Ali è atterrato a Manama lunedì 24 gennaio “a seguito di un arresto da parte dell’Interpol e di un processo legale in Serbia” e che avrebbe scontato l’ergastolo in Bahrein per “reati legati al terrorismo”.
Il caso era stato portato alla Corte europea dei diritti dell’uomo dal Belgrade Centre for Human Rights, secondo cui Ahmed Jaffar Ali, 48 anni, aveva intenzione di chiedere asilo in Serbia, dato il rischio di tortura e persecuzione politica o religiosa nel suo paese d’origine.
Solo venerdì 21, la Corte europea dei diritti umani (CEDU) aveva intimato alla Serbia di non procedere all’estradizione, visti i rischi che Ahmed Jaffar Ali debba subire tortura e maltrattamenti nelle carceri dell’isola-stato del Golfo persico. Per la Corte di Strasburgo, lo stato serbo avrebbe dovuto prendere tempo (almeno fino a al 25 febbraio) prima di procedere all’espulsione, per esaminare tali rischi. “Ora aspettiamo che lo Stato [serbo] si giustifichi a Strasburgo”, ha dichiarato a Reuters Sonja Toskovic, direttrice del centro.
Il ministero dell’Interno del Bahrain ha dichiarato che Ali è stato condannato a tre ergastoli per reati legati al terrorismo commessi tra il 2012 e il 2015, tra cui omicidio e fabbricazione di esplosivi. Allo stesso periodo risale un avviso rosso dell’Interpol, che ne ha portato all’arresto in Serbia. E’ ben noto come i regimi repressivi abusino tali avvisi Interpol per perseguitare anche all’estero i dissidenti politici.
Dopo la fuga all’estero, prima in Iran e quindi verso l’Europa, Ali è stato processato in contumacia, come spiega ad Al Jazeera Sayed Ahmed Alwadei, direttore del Bahrain Institute for Rights and Democracy (BIRD), con sede in Gran Bretagna. “Questa scandalosa estradizione da parte del governo serbo che condanna qualcuno alla tortura e all’ergastolo è assolutamente devastante. Ahmed [Jaffar Ali], vittima di processi farsa, ha già subito torture per mano di funzionari del Bahrein e ora teme violenti interrogatori e abusi”, ha aggiunto Alwadei. L’intenzione ora è di portare la Serbia davanti alla corte di Strasburgo per aver violato la Convenzione europea dei diritti umani.
In un rapporto di Human Rights Watch del 2010 sulla tortura nelle carceri in Bahrain, lo stesso Ahmed Jaffar Ali testimoniava di aver subito abusi fisici durante un precedente periodo di detenzione nel 2007, anche su reati legati al terrorismo a seguito di una protesta. Il governo del Bahrein afferma di attuare una politica di “tolleranza zero” verso il maltrattamento dei prigionieri e di indaga a fondo su ogni accusa.
Il governo a base sunnita dell’isola-stato del golfo Persico, che ospita la base della Quinta flotta della Marina degli Stati Uniti, ha fatto fronte a disordini e dissensi sporadici dopo aver represso con l’aiuto della vicina Arabia Saudita una rivolta per la democrazia della popolazione a maggioranza sciita nel 2011. Seguirono processi di massa e in migliaia furono imprigionati e condannati a morte su scala “mai vista prima”, secondo BIRD, mentre oppositori e attivisti cercarono rifugio all’estero. Successivamente ci sono stati scontri tra manifestanti e forze di sicurezza, prese di mira da attentati dinamitardi. Manama accusa l’Iran sciita di alimentare disordini, cosa che Teheran nega.
Foto: Ahmed Jadallah/Reuters