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MACEDONIA DEL NORD: Nuovo governo e dialogo con la Bulgaria, le speranze del 2022

Due passaggi politici cruciali hanno segnato l’inizio del 2022 della Macedonia del Nord. Da un lato, il paese ha ufficialmente un nuovo governo e un nuovo primo ministro, Dimitar Kovacevski, successore di Zoran Zaev. Dall’altro, lo stesso Kovacevski ha ospitato a Skopje il nuovo premier bulgaro Kiril Petkov, riaprendo il dialogo tra Macedonia del Nord e Bulgaria volto a favorire la risoluzione delle diatribe tra i due paesi, che di fatto bloccano il percorso europeo di Skopje.

Un nuovo premier

Lo scorso 16 gennaio, il parlamento macedone ha votato la fiducia al nuovo esecutivo, costituito dopo le dimissioni del premier Zaev a seguito della sconfitta alle elezioni locali del 31 ottobre. La nuova coalizione, che ha ottenuto 62 voti sui 120 disponibili, mantiene il suo perno sul partito di Zaev, l’Unione Socialdemocratica (SDMS), affiancata da alcuni partiti della minoranza albanese. All’Unione Democratica per l’Integrazione (DUI) e al Partito Democratico degli Albanesi (DPA), già presenti nel governo precedente, si è aggiunta Alternativa, che conta quattro deputati. A guidare il governo è il quarantottenne Dimitar Kovacevski, che il 12 dicembre ha ereditato la leadership della SDMS da Zaev, prima di prenderne il posto anche come leader dell’esecutivo. Kovacevski, economista e membro dei socialdemocratici fin dal 1994, è stato vice ministro delle finanze del governo Zaev, dando così un segnale di continuità rispetto all’esecutivo precedente.

Il nuovo governo, che conta 21 dicasteri, mantiene alcuni ministri dell’esecutivo Zaev, ma ha anche introdotto novità, principalmente per far posto ai tre ministri assegnati ad Alternativa. I cambiamenti più rilevanti sono però al ministero della Giustizia, assunto dal professore universitario Nikola Tupancevski, e al ministero all’Unione europea, con la sostituzione di Nikola Dimitrov, tra i protagonisti dello storico accordo di Prespa con la Grecia nel 2018, con Bojan Maricic. Priorità del nuovo premier sono il contrasto alla crisi energetica, la lotta alla pandemia e il proseguimento del percorso di adesione all’Unione europea del paese.

La fiducia incassata segna un punto importante a favore della SDSM, respingendo almeno per il momento i tentativi di “ribaltone” preparati dall’opposizione di centrodestra guidata dal partito della VMRO, vittoriosa nelle elezioni locali ma incapace a inizio novembre di far passare una mozione di sfiducia contro il governo.

Il rapporto con Sofia

Il primo banco di prova per il primo ministro macedone sono state sul fronte del percorso europeo. Due giorni dopo il voto di fiducia del parlamento, Kovacevski ha difatti ospitato il suo omologo bulgaro Kiril Petrov a Skopje. Curiosamente, anche Petrov, di sei anni più giovane, ha un background da economista e ha assunto la carica di primo ministro di recente, il 13 dicembre.

L’incontro sembra aver aperto la strada a un nuovo dialogo tra i due paesi, di fatto interrotto nell’ultimo anno a causa della crisi politica in Bulgaria. Un dialogo quanto mai necessario per Skopje, dato che è proprio la Bulgaria ad aver bloccato per due anni di fila il processo di integrazione europea della Macedonia del Nord. In cima alla lista di richieste del governo bulgaro vi è il riconoscimento delle radici bulgare della lingua macedone, che Sofia vorrebbe vedere inserito nel quadro delle negoziazioni di adesione – una pretesa inaccettabile non solo per Skopje, ma anche per l’intero blocco europeo. Questa e altre diatribe storiche sollevate dalla Bulgaria hanno così bloccato non solo Skopje, ma anche l’Albania, che ha visto i negoziati di adesione rinviati proprio perchè condotti in parallelo con quelli della Macedonia del Nord.

L’incontro tra Kovacevski e Petrov ha mostrato qualche segnale positivo, a partire dall’annuncio che la Bulgaria è pronta ad accettare l’uso del termine breve Nord Macedonia insieme a quello di Macedonia del Nord nei contesti internazionali, inizialmente opposto. Le due parti hanno inoltre concordato l’istituzione di cinque tavoli tecnici congiunti dove affrontare le divisioni su diversi temi, rafforzando la comunicazione e cooperazione reciproca.

Primi passi positivi dunque, ma la strada resta lunga e complessa, a causa della sensibilità di temi identitari e nazionali per l’opinione pubblica dei due paesi. La presenza di due nuovi leader, aperti a riprendere il dialogo interrotto, lascia comunque ben sperare che il 2022 possa essere un anno di svolta per la Macedonia del Nord.

Foto: Pixabay

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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